Cooperativa sociale Isola Iblea, il cambiamento è possibile! Notizie dalla Rete

Cooperativa sociale Isola Iblea, il cambiamento è possibile!

  • Scritto da Redazione
  • - 09/06/2021

Un approccio innovativo che prevede la sinergia di una equipe multidisciplinare che ha lo scopo di fare emergere l’uomo e le sue potenzialità nascoste. È quanto mettono in campo gli operatori della Cooperativa Sociale Isola Iblea di Ragusa, socia del Consorzio Sol.Co nelle loro strutture intermedie “Comunità alloggio”.

“Lavorare con uomini con disagi psichici cercando di uscire dagli schemi classici dell’assistenza non è stato facile. Spiega Stefania Malacria, assistente sociale e Presidente della Cooperativa -. All’avvio dei primi gruppi appartamento ci si è resi subito conto che non era applicabile lo schema d’approccio classico, legato spesso al potenziamento e al mantenimento di abilità residue, ma occorreva andare oltre. Il lavoro d’equipe prevede il coinvolgimento di assistenti sociali, operatori specializzati, infermieri, animatori, psicologi. Tutti insieme si lavora, ciascuno per le proprie competenze per restituire a ogni persona la dignità di uomo”.

Il metodo messo in campo è legato dalla relazione: non può esistere, infatti, un metodo funzionale e quindi un risultato, se non si parte dalla relazione, dal confronto, dai rapporti umani da cui nascono nuove visioni del mondo e delle circostanze.

Ogni persona accolta presso la cooperativa Isola Iblea è consapevole che può contare su ciascun operatore per risolvere un problema, chiarire qualunque dubbio, affidarsi con serenità al mondo esterno senza sentirsi fuori luogo o giudicati.

L’ingresso nel gruppo appartamento inizia con un lavoro d’equipe per delineare il percorso personalizzato di ogni persona, apparentemente parlando del più e del meno, si dipanano i loro dubbi, le loro più grandi paure, confrontandosi sull’approccio utilizzato o da utilizzare tenendo ben a mente il fine ultimo: il benessere dei ragazzi, consapevoli che ognuno di loro porta con sé un bagaglio di esperienze diverse e complesse, certi però di costruire insieme a loro un percorso di cambiamento e miglioramento.

“Si è lavorato molto sull’osservazione e sull’analisi caratteriale (e non comportamentale) di ciascuno perché sicuri che per ognuno di loro vivere in gruppo appartamento, partendo da vissuti diversi (e non sempre facili), sarebbe stato un grande momento di cambiamento: era chiaro fin dall’inizio che l’idea di dover convivere con altre persone sconosciute è stato per loro un grande momento di stress. Li abbiamo accompagnati, abbiamo sostenuto le loro fragilità, le loro perplessità, le loro crisi. Abbiamo discusso e parlato con loro fino a notte fonda, se necessario, perché le relazioni d’aiuto non hanno orari d’ufficio, non è un lavoro ma una missione che puoi portare avanti solo in orario d’ufficio”.

Ora serve sostenere uomini nuovi, rigenerati, con la stessa paura d’essere considerati “diversi”, ma il loro sguardo è fisso sugli operatori, perché la relazione è vissuta come relazione tra persone, e non tra operatori e utenti ed è questo nuovo approccio a fare la differenza e che racchiude il messaggio più importante: si può essere visti come persone e non come utenti!

Intenso e presente è il continuo supporto a ogni persona accolta che ha l’obiettivo di restituirgli la consapevolezza che costruire un nuovo percorso di vita non è un’utopia, serve partire da se stessi e dalla proprie potenzialità, superando gli ostacoli e “consapevoli che il comportamento degli altri è determinato anche da quanto siamo disposti ad investire su noi stessi e su quello che ci circonda per rendere il nostro angolo di mondo un posto migliore. Per ognuno di loro – conclude Stefania - siamo un punto di riferimento e nei loro confronti abbiamo una grande responsabilità: dimostrare, attraverso le nostre azioni e nostri servizi, che un cambiamento è possibile!