L’Agenzia sociale per la Casa è un progetto promosso dal Comune di Palermo, all’interno del Pon Metro 2014-2020, Asse 3, ente capofila Consorzio Sol.Co. Partner del progetto sono: Sviluppo Solidale, Fondazione Ebbene con il Centro di Prossimità Apriti Cuore, Associazione Euro, Centro Studi Opera Don Calabria, Istituto Don Calabria, Associazione Next- Nuove Energie x il Territorio, Associazione Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus ETS, Ispettoria Salesiana Sicula “S.Paolo”, Inventare Insieme Onlus.
Un nuovo modo di rispondere al disagio abitativo, quello messo in campo dall’Agenzia sociale per la Casa del Comune di Palermo, che in sinergia con l’R.T.I. aggiudicataria dell’intervento 3.1.1.a del PON METRO PA – Agenzia Sociale per la casa, snodo per l’inclusione, risponde ai bisogni delle persone più fragili attraverso un modello di presa in carico globale, che prevede l’elaborazione di Piani Individualizzati da parte del Servizio Sociale Comunale, con il supporto delle equipe territoriali del progetto.
La casa in quest’ottica diventa un punto di partenza per accompagnare le famiglie a raggiungere piena autonomia. Ma qual è l’approccio che caratterizza il progetto? Quali gli elementi lo contraddistinguono e in che modo l’Agenzia sociale per la casa può diventare un modello operativo replicabile e riproducibile anche in altri territori? Lo abbiamo chiesto a Giovanni Paternostro, direttore esecutivo del progetto. Ecco l’intervista.
Qual è la strategia generale di intervento dell’Agenzia sociale per la casa e in che modo viene messo in campo l’approccio multidimensionale?
L’Agenzia sociale per la casa nasce per riorganizzare le attività di assistenza all’abitare all’interno del Servizio Comunale. L’idea è stata quella di mettere in connessione risorse e competenze, che prima dell’avvio del progetto erano frammentate nei vari uffici comunali.
La strategia di intervento dell’Agenzia è rispondere in maniera chiara e diretta ai bisogni dei cittadini, offrendo loro un unico interlocutore, e al contempo dare degli strumenti affinché il Comune di Palermo costituisca una Governance unitaria sulle politiche abitative.
Prima della messa in campo del progetto, infatti, il Servizio Sociale non era nemmeno coinvolto nei servizi di assistenza all’abitare, come se il bisogno abitativo non fosse un elemento caratterizzante dei percorsi di inclusione delle persone più fragili.
L’Agenzia sociale per la casa nasce quindi da un’esigenza chiara: mettere al centro le politiche abitative e riorganizzare i servizi sociali del Comune, costruendo un modello operativo che risponda ai bisogni dei cittadini senza che le loro esigenze siano rinviate da un ufficio all’altro. Ciascun bisogno viene accolto infatti attraverso un piano individualizzato e personalizzato che punta a sostenere le persone attraverso un sostegno all’abitare. Il progetto è già stato sperimentato in altre città, quello che abbiamo fatto è stato di adattarlo alla dimensione di Palermo, analizzando criticità e complessità legate al tema dell’abitare.
Come l’Agenzia sociale per la casa può diventare da modello a un approccio diffuso e permanente?
Il modello dell’Agenzia sociale per la casa è stato consolidato istituendo l’Agenzia Sociale per la casa quale organo comunale con il Regolamento “Interventi di Inclusione sociale” approvato dal Consiglio Comunale il 17/04/2020. Il regolamento definisce l’Agenzia come organo Comunale, stabilendo nel titolo II sia i suoi compiti che le sue funzioni. Nel regolamento interventi abitativi del 2016 era stata già prevista la costituzione dell’Agenzia sociale per la casa, ma mancava la strategia d’intervento e i contenuti. Contenuti che sono stati poi definiti nero su bianco nel regolamento del 2020.
Il regolamento è uno strumento nuovo, descrive tutto questo perché per la prima volta mette a sistema una serie di interventi di carattere socio-assistenziali su fondi di finanziamento nuove, ovvero rendendo espliciti e strutturati tutti quegli adempimenti che negli uffici si realizzavano già, ma non erano mai state codificati. In quest’ottica, definiamo l’Agenzia come uno strumento innovativo del Servizio Sociale.
Durante il lockdown, l’Agenzia sociale per la casa ha riorganizzato tempestivamente l’attività per rispondere ai bisogni nuovi delle persone. È stato creato un numero verde e sono state accolte oltre 600 richieste nel periodo di massima emergenza (aprile- maggio 2020). Come siete riusciti a mettere in campo questo servizio e coordinare le attività di assistenza?
Grazie alla sinergia tra l’Amministrazione Comunale e il privato sociale.Il numero verde è stato attivato perché i cittadini avevano bisogno di una risposta immediata e in un periodo così critico era certamente importante avere un unico punto di riferimento.
Il numero verde è diventato un accesso diretto all’ascolto e un sostegno per i cittadini in difficoltà, tra l’altro la rete degli sportelli dell’Agenzia sono diventati anche punto di intermediazione per l’erogazione dei buoni spese. Ancora una volta essere In Rete è stato determinante per l’azione di ascolto e sostegno delle persone.
Se dovessimo fare un bilancio sull’anno 2020 quali sono stati i punti di forza dell’Agenzia sociale per la casa e quali aspetti migliorare?
I punti di forza sono tantissimi, certamente la sinergia tra pubblico e privato sociale perché gli Enti del Terzo Settore rappresentano un pilastro nel ripensare e ridisegnare un nuovo welfare. Da qui nascono molte azioni innovative, quali il numero verde o la strategia di azione dei fondi del Pon Metro che in questo caso vengono utilizzati come contributi diretti ai proprietari di casa che accolgono le persone prese in carico dall’Agenzia.
Certamente operare significa anche migliorare, serve lavorare ancor di più affinché la pubblica amministrazione stia accanto e con le persone più fragili.
L’asse 3 del Pon Metro è articolato su alcuni obiettivi specifici dell’FSE, tra questi vi è linea 3.1.1, che riguarda gli interventi di sostegno all’abitare. Le linee guida proponevano, appunto, di adottare il modello dell’Agenzia sociale per la casa già sperimentato ad esempio a Milano e Torino. Come abbiamo adattato il modello nella dimensione di Palermo?
Partendo certamente dal Servizio Sociale e analizzando alcune specificità territoriali. Ci siamo resi conto che mancava un organo centrale che potesse accogliere e raccogliere tutte le attività e i servizi attorno al tema dell’abitare e che rispondesse dunque alla frammentarietà che prima caratterizzava questo aspetto. In quest’ottica, la cabina regia dell’Agenzia sociale per la casa si occupa di gestire le politiche abitative, in maniera trasversale e a nome dell’Amministrazione comunale. La cabina si interfaccia con il territorio attraverso dei Punti Snodo, presenti in ogni circoscrizione compresi i territori di Monreale e Villabate.
I Punti snodo sono altresì composti da un team multidisciplinare, che risponde ai bisogni delle persone in tema di inclusione sociale e disagio abitativo.
Siamo partiti da un punto centrale: la formazione. Gli operatori che fanno parte del progetto hanno infatti seguito un percorso formativo di alta qualità interfacciandosi con i rappresentati di alcune esperienze virtuose presenti in Italia, che ci hanno mostrato il modus operandi delle Agenzie sociali per la casa presenti nel nostro Paese.
Oggi stiamo provando a fare delle esperienze totalmente nuove come sensibilizzare le agenzie immobiliari e costruire una cabina di regia più ampia e che coinvolga tutti gli attori che determinano le politiche abitative.