In questi ultimi due anni "Crescere al Sud" ha svolto un ruolo innanzitutto di denuncia della condizione di disagio dei minori nel Mezzogiorno, ma ha anche da subito lavorato per consolidare un percorso comune tra le organizzazioni che la compongono al fine di costruire un piano d’azione con proposte concrete per migliorare la vita dei bambini e degli adolescenti delle Regioni del Sud, chiedendo non solo finanziamenti adeguati, ma anche politiche coerenti e strutturali.
Riprendo i principi di carattere generale che definiscono la posizione condivisa di Crescere al Sud:
. Le politiche per l'infanzia e l'educazione devono essere considerate come un presupposto allo sviluppo e alla crescita economica e sono una condizione indispensabile per garantire benessere, coesione, e sicurezza all'intera comunità.
. I finanziamenti per le politiche per l'infanzia e l'adolescenza non devono essere considerate come “spesa sociale” a perdere, bensì come investimento, cioè “buona spesa” capace di generare risparmio e razionalizzazione della programmazione economica;
. Le politiche per l'infanzia e l'adolescenza devono essere considerate e programmate come politiche universali, cioè pensate per tutti e non solo per “gruppi svantaggiati” e devono essere considerate ed elaborate come politiche integrate tra diversi interventi, ad iniziare dal ruolo privilegiato, centrale ed indispensabile - ma non unico – del sistema educativo.
Nel frattempo sono intervenute due "novità" che potrebbero costituire il riferimento per meglio ridefinire l'identità e la missione di Crescere al Sud:
1. lo scorso 20 febbraio la Commissione europea ha pubblicato la raccomandazione "Investire nell'infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale" (documento che a suo tempo avevo inviato alla rete e che Francesco Di Giovanni ha ripreso lo scorso novembre). Si tratta di un documento che chiede agli Stati Membri di concentrare i propri sforzi per combattere la povertà minorile e promuovere il benessere dei minori in senso ampio (considerando quindi la povertà e l'esclusione sociale come un fenomeno multidimensionale) e con un approccio universale che si riferisca a tutti i bambini, pur considerando la necessità di misure specifiche per i più vulnerabili, dall'importanza di misure preventive, e fin dai primi anni di vita, per combattere le diseguaglianze e promuovere pari opportunità, da una parte, alla necessità di promuovere una strategia basata su 3 pilastri collegati: l'accesso ad adeguate risorse per i minori e le loro famiglie, l'accesso a servizi di qualità e la partecipazione dei ragazzi;
2. in questi mesi si avvia il percorso della progettazione e dell'impegno di spesa dei nuovi fondi europei della programmazione 2014-2020, dove come sappiamo una parte dei fondi sarà destinata al contrasto alla povertà e alla dispersione scolastica e alla promozione dell'inclusione sociale, anche con dei PON che individuano come interlocutori direttamente le grandi aree metropolitane. La stessa Raccomandazione prevede, tra le altre cose, l'indicazione di mobilitare gli strumenti finanziari dell'UE per sostenere le politiche per l'infanzia: FSE, FESR, Horizon 2020, Fondo europeo di aiuto agli indigenti, i programmi di distribuzione di frutta e latte nelle scuole...
Una proposta di agenda
La Raccomandazione della Commissione europea e la nuova programmazione dei Fondi europei offrono un quadro di riferimento significativo per poter sviluppare politiche che vanno nella giusta direzione e con le adeguate risorse, ma la loro implementazione e il successo del loro impatto sulla vita dei bambini dipendono molto dalla volontà politica e dall'efficacia operativa sia a livello nazionale che locale.
Crescere al Sud - in quanto vasta coalizione di organizzazioni locali e nazionali, radicate sul territorio e rappresentanti allo stesso tempo privato sociale, fondazioni, professioni, scuole - si può candidare a svolgere una missione importante che le permetta di ricoprire un ruolo di advocacy a livello locale, regionale e nazionale.
Lo scopo è quello di assicurare un'effettiva implementazione delle diverse parti della Raccomandazione - e naturalmente la sua "declinazione" nel Mezzogiorno - attraverso:
1. un'azione che miri ad ottenere un effettivo impegno/adesione da parte delle istituzioni/amministrazioni (nazionali e locali) a promuovere politiche dell'infanzia secondo le linee indicate dalla raccomandazione e, di conseguenza, un'adeguata allocazione di risorse;
2. individuare, raccogliere e condividere esperienze di politiche locali che implementano la raccomandazione allo scopo di sollecitare la loro diffusione;
3. svolgere un'azione di pressione e monitoraggio affinché i fondi europei vengano impiegati, la dove possibile per sostenere le politiche per l'infanzia.
(Alcune “questioni” a titolo esemplificativo sulle quali confrontarsi, e che Francesco aveva a suo tempo evidenziato, potrebbero essere:
. che tipo di politiche e quali interventi possono essere adottati per raggiungere il “giusto equilibrio tra le misure universali, destinate a promuovere il diritto di tutti i minori, e gli approcci mirati destinati ad aiutare i più svantaggiati”, i processi di integrazione ed il “colmare le disparità spaziali”;
. quali interventi possono essere individuati per promuovere l’accesso ai servizi educativi per i bambini più svantaggiati;
. attraverso quali “misure” si pensa di favorire una “istruzione inclusiva di grande qualità”, un “ambiente di apprendimento inclusivo”, “per evitare la ghettizzazione e la segregazione”, per “eliminare gli ostacoli che impediscono totalmente o notevolmente ai minori di andare a scuola o completare il ciclo scolastico”;
. quale spazio hanno le iniziative ed i servizi finalizzati ad “incoraggiare la partecipazione ad attività ludiche, ricreative, sportive e culturali e per favorire processi di partecipazione ai processi decisionali”;
. quali “spazi” nei “piani locali” per i centri di aggregazione, per l’educativa territoriale e per i servizi di prossimità;
. quale visione e quali impegni possono essere sviluppati per le “periferie”, per “limitare la dannosa esposizione dei minori ad un ambiente materiale e sociale in degrado”, per contrastare l’azione della criminalità organizzata;
. in che modo si pensa di sviluppare “collegamenti regolari e sistematici tra i settori di azione” e quali forme di “stretta collaborazione e di dialogo regolare” si pensa di attivare tra le istituzioni e il terzo settore;
. quali sono gli organismi e gli strumenti che si intendono adottare per monitorare il bisogno e per valutare le politiche di “investimento nell’infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale”.