OPG: tra incubi e diritti

  • Scritto da Redazione
  • - 25/01/2012

Circa 1400 gli internati presenti negli ospedali psichiatrici giudiziari, nati nella metà degli anni settanta, per sostituire i manicomi criminali.

Gli OPG, oggi, sono diventati "degni" sostituti dei manicomi, considerate le pessime condizioni in cui gli internati in queste strutture vivono. E come si apprende da un articolo su Avvenire - di seguito allegato - e da You Tube, non mancano certi video che raccontano di sguardi persi nel vuoto, mani che tremano reggendo una sigaretta, uomini che urlano, chiedendo giustizia, letti lerci con cinghie e buchi nel materasso per permettere il passaggio di feci e urina, pavimenti sporchi e bottiglie di acqua che, in estate, vengono inserite negli scarichi del bagno per tenerle fresche.

Gli "ospiti" degli OPG sono uomini che hanno commesso un reato, ma sono stati riconosciuti incapaci di intendere e di volere e, nei loro confronti, è stata disposta una misura di sicurezza che, nei casi peggiori, può arrivare all'internamento. In questi ultimi mesi, si è discusso molto sulla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari: si tratta di un emendamento al decreto legge sullo svuotamento delle carceri, che ricalca il disegno di legge della commissione di inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, presieduta dal senator Ignazio Marino. La Commissione d'inchiesta sul sistema sanitario ha chiesto e ottenuto l'impegno del Governo a realizzare una riforma profonda del sistema di detenzione psichiatrica negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, arrivando a una loro definitiva chiusura, entro il 31 marzo 2013, previo trasferimento di competenze al Ssn.

Il testo dell'emendamento chiede di chiudere immediatamente i manicomi criminali, estirpandoli dal territorio a favore, invece, di un sistema di cure degno di questo nome.
In Italia sono 6 gli OPG, e si tratta delle strutture di Aversa (Caserta), Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), Castiglione dello Stiviere (Mantova), Montelupo Fiorentino (Firenze), Napoli e Reggio Emilia, dalla cui vendita si ricaverebbero le risorse da destinare alla realizzazione delle strutture residenziali riabilitative che, in parte, potranno coprire le spese previste per la realizzazione di quanto previsto dall'emendamento.
A partire, quindi, dal 31 marzo 2013, le persone che hanno cessato di essere socialmente pericolose dovranno essere subito dimesse e prese in carico, sul territorio, dai Dipartimenti di salute mentale, attraverso programmi individualizzati che permetteranno a queste persone di riprendere il loro percorso di vita in libertà.
Più critica la situazione per la persona ritenuta socialmente pericolosa, o quando l'internato non più pericoloso non ha nessuno che possa prendersi cura di lui.

In allegato l'articolo tratto da Avvenire del 19 gennaio 2012.


 

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Avvenire 19 gennaio 2012 OPG pdf *.pdf - 680 KB