Presentati i dati del XX Rapporto sull'immigrazione Caritas

  • Scritto da Redazione
  • - 28/10/2010

Sono poco meno di cinque milioni ma il loro numero viene percepito come nettamente superiore. Contribuiscono alla produzione del Prodotto interno lordo per l'11,1%, versano alle casse dello stato quasi 11 miliardi di contributi previdenziali e fiscali l'anno, incidono per circa il 10% sul totale dei lavoratori dipendenti ma sono sempre più attivi anche nel lavoro autonomo e imprenditoriale, dove riescono a creare nuove realtà aziendali anche in questa fase di crisi.

A tracciare la fotografia della presenza degli immigrati nel nostro paese è il Dossier Statistico Caritas/ Migrantes, giunto alla sua ventesima edizione e presentato a Roma il 26 ottobre, da cui risulta che il loro numero è triplicato nell'ultimo decennio ed è aumentato di quasi un milione nell'ultimo biennio.

Gli italiani sembrano lontani, nella loro percezione, da un adeguato inquadramento di questa realtà. Nella ricerca Transatlantic Trends (2009) mediamente gli intervistati hanno ritenuto che gli immigrati incidano per il 23% sulla popolazione residente (sarebbero quindi circa 15 milioni, tre volte di più rispetto alla loro effettiva consistenza) e che i ''clandestini'' siano più numerosi dei migranti regolari (mentre le stime accreditano un numero attorno al mezzo milione).

La Lombardia accoglie un quinto dei residenti stranieri (982.225, 23,2%). Poco più di un decimo vive nel Lazio (497.940, 11,8%), il cui livello viene quasi raggiunto da altre due grandi regioni di immigrazione, il Veneto con 480.616, 11,3% e l' Emilia Romagna con 461.321, 10,9%, mentre il Piemonte e la Toscana stanno un po' al di sotto (rispettivamente 377.241, 8,9% e 338.746, 8,0%). Roma, che È stata a lungo la provincia con il maggior numero di immigrati, perde il primato rispetto a Milano (405.657 rispetto a 407.191). L'incidenza media sulla popolazione residente È del 7%, ma in Emilia Romagna, Lombardia e Umbria si va oltre il 10% e in alcune province anche oltre il 12% (Brescia, Mantova, Piacenza, Reggio Emilia). Le donne incidono mediamente per il 51,3%, con la punta massima del 58,3% in Campania e del 63,5% a Oristano, e quella piu' bassa in Lombardia (48,7%) e a Ragusa (41,5%). I nuovi nati da entrambi i genitori stranieri nel corso del 2009 sono 77.148 (21mila in Lombardia, 10mila nel Veneto e in Emilia Romagna, 7mila in Piemonte e nel Lazio, 6mila in Toscana, almeno mille in tutte le altre regioni italiane, fatta eccezione per il Molise, la Basilicata, la Calabria e la Sardegna. Queste nascite incidono per il 13% su tutte le nascite e per piu' del 20% in Emilia Romagna e Veneto. Se si aggiungono altri 17.000 nati da madre straniera e padre italiano, l'incidenza sul totale dei nati in Italia arriva al 16,5%. Il numero sarebbe ancora piu' alto se considerassimo anche i figli di padre straniero e madre italiana, per quanto tra le coppie miste prevalgono quelle in cui ad essere di origine immigrata È la donna (nel 2008 erano 23.970 figli nati da coppie miste in Italia, 8 su 10 da padri italiani e madri straniere).

Diversificata è anche l'incidenza dei minori, in tutto quasi un milione (932.675): dalla media del 22% (tra la popolazione totale la percentuale scende al 16,9%) si arriva al 24,5% in Lombardia e al 24,3% in Veneto, mentre il valore è più basso in diverse regioni centro-meridionali, e segnatamente nel Lazio e in Campania (17,4%) e Sardegna (17%). Oltre un ottavo dei residenti stranieri (572.720, 13%) è di seconda generazione, per lo piu' bambini e ragazzi nati in Italia, nei confronti dei quali l'aggettivo ''straniero'' è del tutto inappropriato, in quanto accomunati agli italiani dal luogo di nascita, di residenza, dalla lingua, dal sistema formativo e dal percorso di socializzazione. A differenza della chiusura su altri aspetti, gli italiani sembrano essere piu' propensi alla concessione della cittadinanza a chi nasce in Italia seppure da genitori stranieri. I figli degli immigrati iscritti a scuola sono 673.592 e incidono per il 7,5% sulla popolazione scolastica. I dati mettono in evidenza un ritardo scolastico tre volte più elevato rispetto agli italiani, sottolineando la necessità di dispiegare più risorse per il loro inserimento nel caso in cui giungano per ricongiungimento familiare.

Gli immigrati, rileva ancora il Dossier caritas/Migrantes, assicurano allo sviluppo dell'economia italiana un contributo notevole: sono circa il 10% degli occupati come lavoratori dipendenti, sono titolari del 3,5% delle imprese, incidono per l'11,1% sul prodotto interno lordo (dato del 2008), pagano 7,5 miliardi di euro di contributi previdenziali, dichiarano al fisco un imponibile di oltre 33 miliardi di euro.

Il rapporto tra spese pubbliche sostenute per gli immigrati e i contributi e le tasse da loro pagati (2.665.791 la stima dei dichiaranti) va a vantaggio del sistema Italia, specialmente se si tiene conto che le uscite, essendo aggiuntive a strutture e personale già in forze, devono avere pesato di meno.

L'impatto positivo degli immigrati, evidenzia il Dossier Statistico, trova una significativa conferma dal confronto dell'andamento pensionistico tra gli immigrati e gli italiani. Sulla base dell'età pensionabile si può stimare che nel quinquennio 2011-2015 chiederanno la pensione circa 110mila stranieri, pari al 3,1% di tutte le nuove richieste di pensionamento. Dai 15mila pensionamenti nel 2010, pari al 2,2% di tutte le richieste, si passerà ai 61mila nel 2025, pari a circa il 7%. Attualmente è pensionato tra gli immigrati 1 ogni 30 residenti e tra gli italiani 1 ogni 4. Nel 2025, i pensionati stranieri saranno complessivamente circa 625mila (l'8% dei residenti stranieri).

Gli immigrati assicurano un valido sostegno demografico all'Italia. Tra la popolazione residente in Italia, tra il 2000 e il 2009 sono aumentate di 2 milioni le persone con piu' di 65 anni, di solo 1 milione quelle in età lavorativa e neppure di mezzo milione quelle con meno di 14 anni. L'età media È salita da 31,5 a 43,3 anni. Gli ultrasessantacinquenni sono il 2,2% tra gli stranieri e il 20,2% tra l'insieme della popolazione residente. Il tasso di fecondità È di 1,33 per le donne italiane e di 2,05 per le donne straniere (media 1,41).

Le parole di Benedetto XVI

La Comunità internazionale si è assunta particolari responsabilità nei confronti dei rifugiati, i loro diritti vanno rispettati in quanto si tratta di persone che fuggono da persecuzioni e violenze. È quanto afferma il Papa nel messaggio per la 97esima Giornata del migrante e del rifugiato che si celebra il 16 gennaio 2011 e il cui testo è stato pubblicato oggi. ''Alla luce del tema 'Una sola famiglia umanà - si afferma nel messaggio - va considerata specificamente la situazione dei rifugiati e degli altri migranti forzati, che sono una parte rilevante del fenomeno migratorio''. ''Nei confronti di queste persone - prosegue il testo - che fuggono da violenze e persecuzioni, la Comunità internazionale ha assunto impegni precisi. Il rispetto dei loro diritti, come pure delle giuste preoccupazioni per la sicurezza e la coesione sociale, favoriscono una convivenza stabile ed Armoniosà'. ''Anche nel caso dei migranti forzati - afferma ancora Ratzinger - la solidarietà si alimenta alla ''riservà' di amore che nasce dal considerarci una sola famiglia umana e, per i fedeli cattolici, membri del corpo mistico di Cristo: ci troviamo infatti a dipendere gli uni dagli altri, tutti responsabili dei fratelli e delle sorelle in umanità e, per chi crede, nella fedÈ'. ''Come già ebbi occasione di dire -spiega il Papa - 'accogliere i rifugiati e dare loro ospitalità è per tutti un doveroso gesto di umana solidarietà, affinchè essi non si sentano isolati a causa dell'intolleranza e del disinteressÈ'. ''Ciò significa - rileva ancora il Pontefice - che quanti sono forzati a lasciare le loro case o la loro terra saranno aiutati a trovare un luogo dove vivere in pace e sicurezza, dove lavorare e assumere i diritti e doveri esistenti nel Paese che li accoglie, contribuendo al bene comune, senza dimenticare la dimensione religiosa della vità'.

Se da una parte esiste il diritto a emigrare, al tempo stesso ''gli Stati hanno il diritto di regolare i flussi migratori e di difendere le proprie frontiere, sempre assicurando il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umanà'. È quanto afferma il Papa nel messaggio per la 97esima Giornata del migrante e del rifugiato che si celebra il 16 gennaio 2011 e il cui testo è stato pubblicato oggi. ''Gli immigrati, inoltre - prosegue il testo - hanno il dovere di integrarsi nel Paese di accoglienza, rispettandone le leggi e l'identità nazionalÈ'. Ancora una volta viene poi citato Giovanni Paolo II: ''Si tratterà allora di coniugare l'accoglienza che si deve a tutti gli esseri umani, specie se indigenti, con la valutazione delle condizioni indispensabili per una vita dignitosa e pacifica per gli abitanti originari e per quelli sopraggiunti''.

In allegato il testo completo.

Altri Collegamenti:

Presentazione del Dossier statistico sull'immigrazione 2010 a Palermo

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