Investire sull'integrazione scolastica dei disabili è investire in una società civile.

  • Scritto da Redazione
  • - 24/06/2010

Il sistema scolastico italiano ha portato avanti, purtroppo per un breve periodo, un percorso che prevede l'integrazione dei disabili all'interno delle classi, in cui le scuole sono state sollecitate a investire risorse e gli insegnanti invogliati a formarsi e specializzarsi.

Questo non solo ha prodotto un innalzamento qualitativo del sistema scolastico, ma anche una crescita "sociale" in una società che è riuscita a parlare di effettiva integrazione anche tra i banchi di scuola.

Come spesso accade, a causa di esigenze di bilancio, il "sistema scolastico per l'integrazione" è stato progressivamente ridotto: il limite di venti alunni per ogni disabile, garanzia di interventi mirati e "giusti tempi e spazi da dedicare" rimane solo in presenza di handicap definiti "gravi", mentre in casi di handicap classificati come "lievi" vengono aboliti limiti e proporzioni.

Tutto ciò ha generato un sistema in cui gli insegnanti non si specializzano più per il sostegno di alunni con disabilità poiché troppo faticoso è il lavoro e troppo poche le opportunità di lavorare con una conseguente dispersione di professionalità ed opportunità di crescita.

Altro punto critico è dato dalla valutazione della qualità degli istituti scolastici effettuata dal sistema Invalsi (Istituto di vigilanza e di ricerca sull'efficienza del sistema scolastico italiano), il quale per non "penalizzare" le scuole che accolgono alunni svantaggiati sceglie di non considerare "oggetto della valutazione" gli alunni disabili ragionando solo in termini di "eccellenze" , facendo quasi trasparire il principio secondo cui il modo in cui una scuola si rapporta con gli alunni più deboli non rappresenta un indice importante della qualità di un istituto scolastico.

La soluzione , forse migliore e probabilmente unica, sarebbe garantire non tanto garantire il raggiungimento dell'eccellenza per gli studenti più dotati ma portare ai migliori risultati possibili - soggettivi ed individualmente fissati - tutti gli allievi... questo sì diventerebbe  motore di una scuola di qualità per tutti.

L'inserimento dei disabili nelle scuole, strutturato programmato e organizzato soprattutto sotto un profilo di "formazione continua" degli operatori scolastici, e la loro conseguente partecipazione attiva alla società possono e devono costituire risorse basilari di una società civile.

Tuttavia iniziative e proposte devono essere garantite da risorse economiche precipue e mirate anche in un momento in cui, nonostante la declarata povertà di risorse, non ci si può esimere da "investimenti obbligati" per la costruzione ed il mantenimento di una società civile. Siamo davanti dunque ad un "problema" che non coinvolge soltanto "gli operatori sociali" o i "diretti destinatari degli interventi" ma ogni individuo nel rispetto della dignità umana di ogni nostro prossimo.

Comunicato Stampa
Consorzio Sol.Co. Catania

Il Presidente
Edoardo Barbarossa