DOCUMENTO UNITARIO DEL MOVIMENTO COOPERATIVO SICILIANO.

  • Scritto da Redazione
  • - 04/11/2009

Gli organismi di rappresentanza del movimento cooperativo siciliano (AGCI, CONFCOOPERATIVE, LEGACOOP, UNICOOP) denunciano che è in corso un attacco sistematico alla cooperazione sociale cui stanno assistendo da diversi mesi.

Le autorità pubbliche locali della Sicilia - nella totale assenza di politiche di sviluppo reale in un momento che vede il mondo coinvolto in una delle più gravi crisi del sistema economico-capitalistico- e in questo svolgendo il ruolo di apripista nazionale - stanno cercando in tutti i modi di inibire il movimento cooperativo dalla gestione dei servizi e indebolire il suo ruolo di rappresentazione dei bisogni e massimizzazione del lavoro sancita dalla Costituzione.

Tutto ciò probabilmente perché alcuni "contenitori-carrozzoni" come le attuali partecipate pubbliche, sono ormai sull'orlo del fallimento patrimoniale.
Il mondo della Cooperazione, che in momenti di crisi economica ha sempre dimostrato di avere una grande capacità di contenimento della crisi occupazionale e sociale, in questo momento viene coinvolto in un processo che tende a  sostituire  la cooperazione specie quella sociale, con nuovi contenitori per vecchie clientele, meglio se concentrati.

È in atto infatti, una palese violazione di tutte le norme di legge dalla 328/2000 sino a tutti i provvedimenti regionali, accompagnata da uno stato confusionale voluto e generato dalla politica che ha prima inquinato il movimento cooperativo con soggetti estranei e adesso ha fatto esplodere il confine tra professionalità sociale e volontariato.

Tutto ciò avviene iu un moento ed in un contesto di forte crisi del Welfare, in cui le aspettative delle persone con bisogni sono interamente deluse, la situazione si aggrava di giorno in giorno e la distanza tra la politica, l'azione amministrativa e le persone e cittadini bisognosi e le organizzazioni che difendono questi diritti negati è sempre maggiore.

Siamo nel pieno della fase più acuta della crisi, di cui sono evidenti i devastanti effetti sociali, ed in questa fase la speranza della coesione sociale è un obiettivo che va perseguito con la partecipazione dei cittadini organizzati nelle Forme sociali, per un rilancio della democrazia rappresentativa e dell'idea di politica come attenzione al bene comune.

Viceversa, su tutto il Territorio regionale si assiste ad una insensata contrazione dei servizi essenziali ed a ritardi abnormi nei pagamenti dei corrispettivi delle Cooperative sociali erogatrici dei servizi agli Enti locali. Ciò nell'evidente tentativo di porre "fuori mercato" la Cooperazione sociale ed additarla come soggetto inaffidabile.

Emblematico è stato il caso Messina che ha visto contemporaneamente un processo di "annegamento" di esperienze significative nate sulla Legge Treu (SSR società mista unica nel suo genere compartecipata da cooperative sociali), e la vicenda CRI, tentativo malsano della Croce Rossa Italiana che, forse anche a seguito delle note vicende che la vedono coinvolta nella gestione del servizio 118, si propone quale contractor manager ( intermediario)  degli enti locali per la gestione dei servizi sociali e sanitari in Sicilia. Oltretutto proprio la CRI ha avuto l'autorizzazione a prestare servizi di assistenza domiciliare in modo improprio e nonostante il Governatore Lombardo aveva dichiarato in una intervista pubblica che avrebbe subordinato la stessa autorizzazione al parere dell'Ufficio legislativo e legale; parere che non è stato mai richiesto.

Entrambi le vicende hanno un unico denominatore comune: estromettere il Terzo Settore dalla gestione dei servizi e condurre gli stessi sotto l'egida di amministratori pubblici nominati per il più delle volte senza alcuna competenza ma solo su base politica. Il tutto usando uno strumento di diritto privato per le assunzione dei lavoratori e incrementare la già vasta platea di precari messi a turno.

Anche il segnale positivo costituito dall'art. 14 della legge finanziaria 2009 della Regione Sicilia, che consentirebbe alle cooperative sociali di cedere i crediti vantati con la P.A. e compensare gli stessi con i debiti erariali, segna il passo per la mancata emanazione dei decreti attuativi.
Distruggere la cooperazione sociale è un'operazione miope e politicamente inefficace, destrutturando uno strumento di prossimità alle persone più fragili della popolazione.


Legacoopsociali Sicilia
Il Presidente
(ANGELA MARIA PERUCA)

Federsolidarietà Confcooperative Sicilia
Il Presidente
(EDOARDO BARBAROSSA)

AGCI Sicilia
Il Presidente
(MICHELE CAPPADONA)

Unicoop Sicilia
Il Presidente
(FELICE COPPOLINO)

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comunicato unitario 4 centrali pdf *.pdf - 113 KB