Mentre una delibera di Giunta municipale dei giorni scorsi avvia una serie di progetti, non vengono attivati altri progetti del Piano di Zona che hanno gli stessi obiettivi.
Alcuni giorni fa la Giunta, nell'ambito degli ultimi provvedimenti prima della fine del 2008 ha approvato alcune delibere che riguardano direttamente il settore dei Servizi sociali. In particolare, su richiesta dell'assessore Marco Belluardo l'amministrazione ha proceduto alla stipula di un protocollo d'intesa con gli Ipab, gli istituti pubblici di assistenza e beneficenza ed inoltre attivato un servizio di Unità di strada per il sostegno delle persone senza fissa dimora.
Il giorno dopo, appresa la notizia di questi provvedimenti, il presidente del consorzio «Sol.Co» di Catania, Edoardo Barbarossa ha inviato due dettagliate lettere al sindaco Raffaele Stancanelli, all'assessorato regionale alla Famiglia e al coordinatore del gruppo «Piano» del distretto socio sanitario. Nelle lettere Barbarossa parla di «immobilismo» sulla gestione del Piano di zona legge 328 e contesta le modalità di applicazione delle nuove delibere in merito a servizi del settore sociale. E scrive: «Desidero esprimere lo stupore per le pur lodevoli iniziative sociali in favore dei nuclei familiari in difficoltà e delle persone senza fissa dimora. In particolare - prosegue Barbarossa - suscita stupore come in un momento di evidente difficoltà finanziaria si possa pensare di avviare un servizio di unità di strada con nuove risorse mentre si tengono bloccate le risorse contenute nel progetto «Senza alcuna soglia per homless» in seno al predetto piano di zona ed in cui è contenuto un servizio di Unità da strada».
Barbarossa nella lettera parla quindi di «decisione incomprensibile » e avanza il dubbio che ci sia la volontà a non affidare i servizi sociali alla «Sol.Co». Riferendosi a questo atteggiamento Barbarossa scrive: «Ci pare una chiara espressione di volontà, della quale non possiamo che prendere atto a conferma che il problema è affidare servizi sociali allo scrivente consorzio, sulla base di norme non scritte che pregiudicano ogni forma di ulteriore collaborazione». Poi un passaggio forte di denuncia: «A Catania - prosegue il presidente della Rete di imprese sociali siciliane - ormai non basta più avere ragione, avere unicamente l'intenzione di assicurare servizi agli ultimi della società, essere qualificati e operare con professionalità e competenza: quali sono allora le qualità che l'amministrazione individua importanti per gestire i servizi sociali a Catania ed a chi e come verrà affidato il servizio di Unità di strada per i senza fissa dimora? Siamo stanchi di subire ingiustizie e beffe - aggiunge Barbarossa - e mentre continuiamo a lottare perché quest'ingiustizia va sanata e non vanno ricercate soluzioni fantasiose di tipo diverso, attendiamo con speranza una chiara inversione di tendenza».
Nella seconda lettera invece si rivolge direttamente al coordinatore del gruppo Piano del distretto socio sanitario n. 16. Ed elenca quelli che secondo lui sono i tre punti fondamentali finora non rispettati: Il servizio «Senza alcuna soglia per homless »; il servizio «centro diurno diversabili» e il servizio «pronto intervento sociale». Riferendosi al servizio per i senza fissa dimora Barbarossa scrive: «Riteniamo che i comportamenti volutamente dilatori e i lunghi silenzi siano stati indice di un approccio burocratico ad un tema di carattere essenziale quale è quello dei servizi sociali a Catania e in particolare dei servizi verso le persone senza fissa dimora». E riferendosi al centro diurno diversabili si legge: «la dimostrazione della palese inerzia del Distretto sta nell'ottemperanza del decreto del presidente della Regione, rilasciato su parere del Cga e notificato al Comune il 7 ottobre 2008».
Vedi allegati