Il mare può essere un ostacolo insormontabile o un’occasione di rivalsa. Un acerrimo nemico o un’opportunità per ricominciare, per mettersi a disposizione degli altri. Così è stato per Moussa, che ha appena 18 anni e una grande forza che non gli spegne mai il sorriso. Nove mesi fa ha attraversato il Mediterraneo dal Gambia alla Sicilia con in tasca solo la passione per il calcio e la speranza di un futuro migliore. Giunto nel SAI MSNA di Oliveri a metà marzo è stato coccolato, protetto e orientato da un’equipe multidisciplinare, come racconta Gaetano Drago, vicepresidente della Cooperativa Sociale La Salute.
«Moussa è un ragazzo tranquillo e pieno di valori e si è integrato bene all’interno della nostra struttura, anche grazie al mediatore culturale che lo ha aiutato a superare le difficoltà iniziali dovute alla lingua. Lo abbiamo iscritto al centro per l’istruzione per gli adulti, dove ha conseguito la licenza elementare con un ottimo voto, e in pochi mesi è diventato il leader degli 11 ragazzi stranieri che vivono con lui».
È stato il pallone, però, lo strumento fondamentale per socializzare con i ragazzi di Oliveri. «Il sogno di diventare calciatore, condiviso da tanti ragazzi che arrivano dall’Africa subsahariana, lo ha spinto a partecipare alle partite di calcio. E con la stagione estiva capita sempre più spesso che dopo ci si ferma a mangiare qualcosa tutti insieme e si creano ulteriori occasioni di scambio e condivisione».
Tra gli amici “del calcio” ce n’è uno, in particolare, che ha fatto la differenza nella storia di Moussa. Samuel è proprietario di un lido e con pazienza e determinazione ha aiutato Moussa a seguire un bellissimo percorso formativo, ulteriore rispetto a quello scolastico.
«Samuel aveva necessità di un bagnino di salvataggio ed è nata subito l’idea di far fare a Moussa il corso. Ha dimestichezza e confidenza con il mare, al contrario di altri ragazzi che hanno avuto esperienze più difficili da superare. Ha frequentato il lido tutte le mattine imparando giorno dopo giorno la differenza tra spiaggia e battigia, come organizzare il corridoio di lancio delle barche, come disporre le boe. Ha seguito la parte teorica in cui, tra le altre cose, ha imparato i nodi e la rosa dei venti, ha sostenuto le prove pratiche di nuoto e vogata, fino a conseguire il brevetto di abilitazione alla professione di Bagnino di Salvataggio».
Un percorso formativo che ha una forte valenza sociale. «È una persona altruista, ma spesso nelle sue attività quotidiane non riesce a manifestare questa sua indole, mentre come bagnino di salvataggio può restituire molto alle persone che lo hanno accolto come un fratello», commenta con una punta d’orgoglio Gaetano Drago, che aggiunge: «A prescindere dal fatto che questi ragazzi abbiano delle piccole occasioni di lavoro, Moussa ora è maggiorenne, dovrà tornare a scuola e non può stare da noi all’infinito. Deciderà lui se restare a Oliveri o andare altrove, ma mi emoziona il fatto che ovunque la vita lo porterà ricorderà sicuramente questo posto che per lui è stato casa.
Mi piace l’idea che ha affrontato il mare, non più come uno scoglio ma con la responsabilità di rassicurare le persone col suo nuovo ruolo. Ammiro il suo coraggio, che lo ha spinto a superare la paura che ha avuto e che sicuramente si porta dentro. Ci sono storie legate ai fenomeni migratori che ti spezzano il cuore, molti ragazzi come lui hanno perso la vita durante la traversata. Non è facile convivere con questa consapevolezza, affrontarla e rimettersi in gioco per guardare al futuro».