L’odore dei campi da cui fuggire via, la fame per il “potere” e un senso di ribellione che scatta sin da ragazzino e che spinge ad andare oltre fino a ritrovarsi in un bivio. Scegliere la direzione sbagliata e toccare con mano la terribile faccia dell’illegalità, ma avere l’opportunità di incrociare una “guida”, un luogo che ripara laddove si è distrutto e che accompagna a ridisegnare – passo dopo passo – i sentieri di una strada ora illuminata dalla parola Legalità.
Quel luogo è a Menfi, in provincia di Agrigento, dove la cooperativa socia Istituto Walden gestisce da più di 10 anni una Comunità per minori con provvedimenti civili e penali.
I passi di questa storia sono invece percorsi da Alessandro (nome di fantasia) che viene accolto nella comunità dell’Istituto Walden nel 2019 dopo anni trascorsi tra sbarre che si chiudono e le porte di tante comunità che si aprono, ma che mai costruiscono “il percorso giusto” per Alessandro.
«Ci definiscono come l’ultima spiaggia – racconta Provvidenza Pistritto, psicoterapeuta e psicologa della Comunità Istituto Walden – perché accogliamo “storie estreme” di ragazzi che hanno il bisogno forte di essere accompagnati per ricominciare».
Tra queste “storie estreme”, dunque, c’è anche quella di Alessandro. Un contesto familiare umile, mamma e papà in piedi ogni mattina alle cinque per portare avanti l’attività agricola; un sapore quello dei campi che Alessandro non riesce ad accettare, perché vuole cambiare la propria condizione sociale e avere di più. Vestiti firmati, un riconoscimento identitario nuovo e forte.
«È questo – continua Pistritto -l’elemento certamente caratterizzante che Alessandro matura dentro sino ad esplodere in forme di illegalità». Rapine, furti e reati di spaccio, A. colleziona provvedimenti penali che pesano.
A 16 anni finalmente comincia un nuovo percorso. Viene accolto dalla Comunità di Menfi e, seppur in una condizione simile alla misura cautelare, impara a ricostruire la propria vita partendo da quel luogo. Non sono previste uscite esterne o l’utilizzo del cellulare, quello che serve è trovare un nuovo equilibrio che possa accompagnare A. a prendere consapevolezza delle proprie colpe e responsabilità.
Nel primo periodo A. affianca l’operatore della struttura in un’attività legata alla cura di un orto realizzato proprio in Comunità. Certamente i suoi pensieri si tingono di emozioni contrastanti, quelle che un tempo scandivano le sue giornate e scaturivano in lui rifiuto e ostinazioni. Ma in Comunità la terra ha un sapore tutto nuovo, in cui al centro c’è il valore di impegnarsi in attività lavorative lecite.
Oggi A. ha conseguito la licenza media, continua a studiare, a formarsi e connettersi con il territorio attraverso un tirocinio in azienda.
Una Rete di professionisti forte, aspirazioni e desideri dei giovani messi al centro dei progetti individualizzati, formazione e accompagnamento al lavoro. Sono questi gli elementi che caratterizzano la Comunità di Menfi e che riescono ad accogliere “storie da ultima spiaggia” come quella di A.
«Crediamo fortemente nella costruzione corale di progetti di vita – aggiunge Pistritto. – I professionisti che lavorano in struttura sono tanti e seguono un approccio multidisciplinare. Educatori, ausiliari, operatori che si occupano di laboratori di giardinaggio, assistenti sociali, psicologi e psicoterapeuti, questo bouquet di professionisti ci permette di costruire un percorso che ha certamente un taglio riparativo e riabilitativo».
In Comunità si studia, ci si forma e nei casi in cui non è possibile frequentare la scuola c’è anche il sostegno per l’istruzione parentale. Sono gli educatori che “salgono in cattedra” e preparano i ragazzi a sostenere gli esami laddove non è possibile seguire corsi serali.
Dai banchi della Comunità fino a veri e propri Laboratori formativi in azienda dove il tirocinio, monitorato e costruito sulla base delle esigenze e le passioni del ragazzo, rappresenta uno strumento di confronto e contaminazione positiva con l’esterno. A rendere possibile tutto questo, il grande impegno che l’Istituto Walden mette in campo per dialogare con le aziende e sensibilizzarle ad accogliere energie che hanno bisogno di riconnettersi con i territori.
«I tirocini in azienda hanno un valore immenso per i ragazzi perché li accompagnano ad avere fiducia in sé, a costruire relazioni sane in un contesto diverso da quello di Comunità che certamente ha un approccio più protettivo. I ragazzi imparano a confrontarsi, a misurarsi, a far fronte ai loro impegni».
E alla fine della giornata ci si ritrova in Comunità, davanti alla televisione per commentare fatti di cronaca che un tempo erano accompagnati dai loro nomi. «Quello che più mi colpisce – conclude Pistritto – è che il cambiamento vissuto dai ragazzi che seguono un percorso in Comunità, è tangibile anche nei loro discorsi. A volte capita che si creano dei dibattiti davanti a una notizia di cronaca, i ragazzi appena entrati stanno dalla “parte” di chi ha commesso quel reato, i giovani che invece stanno già seguendo un percorso denunciano quell’accaduto, mostrando piena consapevolezza di tutti i rischi e gli errori che si celano dietro. C’è una presa di coscienza».
A Menfi, la Comunità che accoglie “anime fratturate” rappresenta dunque quel filo che ripara e cuce laddove, per errore, tutto si è distrutto.