Ricercare nuovi spunti per migliorare il territorio in cui vivo e renderlo sostenibile, scriveva così Davide Capidici, responsabile Ufficio progetti del Conorzio Sol.Co., quando poco più di un anno fa si è candidato a The Economy of Francesco. L’appuntamento voluto da Papa Francesco, che dal 19 sino ad oggi, 21 novembre, riunisce sul web i giovani di tutto il mondo per stimolarli a interrogarsi sul futuro. Partendo da cosa? Dal dare un’anima all’Economia, combattendo la cultura dello scarto, dando voce a chi non ne ha e promuovendo nuovi stili di vita.
Davide è tra i giovani selezionati a partecipare all’evento internazionale, in questi mesi forte il suo impegno: dalla promozione dell’Hub dell’Ecomomia civile agli eventi preparatori di The Economy sino al grande evento, che rappresenta certamente non un punto d’arrivo ma un percorso per esserci e incidere sull’economia del domani.
In che modo Economy of Francesco riesce ad essere benzina pura per nuove idee e stimoli? Lo abbiamo chiesto a Davide.
Cos’è per te The Economy of Francesco?
«The Economy of Francesco dà consapevolezza al cambiamento e all’opportunità di dare una nuova impronta all’Economia. Non è un semplice evento, ma la base per costruire un movimento di pensiero e azione capace di includere tutti, partendo dalle nuove generazioni. Economy con Il patto di Assisi ha dato il via ad un processo innovativo, i giovani sono stati chiamati ad essere realmente "generativi". È giunto il tempo di fare la nostra parte».
Dalla Sicilia si parte, si continua a partire. Come cambiare rotta? Come costruire una Nuova Economia, fatta di giovani che restano e territori che crescono?
«Non credo che partire sia sinonimo di sconfitta, ma è la possibilità di scegliere che fa la differenza. Nella fase preparatoria all’appuntamento abbiamo avuto l’opportunità di costruire un gruppo di lavoro, e anche con l’Hub dell’Economia civile, ci siamo spesso interrogati proprio su questo: partire o tornare in Sicilia deve essere sempre frutto di una scelta consapevole. Siamo una generazione stanca di stare in panchina e di rimanere sospesi in luoghi che non diventano spazi su cui costruire. L’appello di Papa Francesco è stata un’occasione per smuoverci, per darci la spinta necessaria a ripensare a una nuova Economia, costruendo modelli di sviluppo sostenibili che guardano al futuro. Non c’è crescita senza l’impegno di ciascuno. Spero dunque che The Economy of Francesco sia quel “seme” che ci aiuti a coltivare e custodire futuro».
Papa Francesco ha lanciato l’appello, i giovani di tutto il mondo hanno risposto. In che modo trasformare questa spinta in pensiero ed azione per proporre da Sud nuovi modelli di crescita sostenibile?
«Guardare da Sud nuove opportunità di crescita credo sia stimolante perché offre prospettive differenti. Sono convinto che la Sicilia – e il Sud in generale – siano terreni fertili per sperimentare il concetto di Terza Economia. Il Gap territoriale non si misura soltanto in termini di qualità di vita ma anche attraverso l’efficienza e l’accesso ai servizi. Il Sud è denso di esperienze di resilienza che dovrebbero essere valorizzate di più e diffuse come buone pratiche perché sono il frutto di una rinnovata capacità di stare sul campo e di rispondere alle nuove sfide.
La crescita del Sud in chiave sostenibile non può prescindere dall’approccio dell’Economia civile tipico del Terzo Settore, perché è capace di coniugare azioni di prossimità e azioni di imprenditoria sostenibile e di metterle al sevizio delle Comunità. In quest’ottica, la sostenibilità non è un assunto o un punto di partenza, ma un obiettivo da raggiungere con costanza e spirito di servizio».
Buon lavoro, Davide!
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