I tavoli del ristorante I Settetornanti, struttura immersa nelle campagne ragusane e gestita da Terra Iblea, socia della Rete Sol.Co., sono rimasti vuoti quando la crisi pandemica ha investito tutto il territorio nazionale. A riempirsi invece di solidarietà e assistenza gli spazi della cucina, che non si è mai fermata, anzi è scesa in campo per rispondere ai bisogni delle comunità.
Ѐ così che la cooperativa Terra Iblea ha risposto all’emergenza, nell’unico modo che da sempre caratterizza l’essere impresa sociale: rimettere al centro di ogni agire i bisogni di coloro che vivono in situazioni di criticità.
Con la collaborazione di Isola Iblea, cooperativa socia della nostra Rete e Centro di Prossimità di Fondazione Ebbene, Terra Iblea e il ristorante I SetteTornanti hanno riorganizzato le attività, preparando e distribuendo pasti caldi alle strutture residenziali per minori e disabili e alle famiglie più fragili.
Ai pasti caldi si aggiungevano però sempre più richieste di aiuto di numerose famiglie particolarmente provate da un isolamento sociale così prolungato. Serviva quindi mettere insieme tutte le forze e rispondere a un’emergenza che fra tutte rischiava di esplodere, quella legata appunto al bisogno alimentare. Pasta, pane, olio, tutto andava confezionato in grandi pacchi di cibo che la cooperativa distribuiva a casa di chi non poteva andare al supermercato, alle famiglie rimaste senza lavoro, a chi non aveva nulla da mettere in tavola.
Un lavoro collettivo e una complessa riorganizzazione sostenuta dalla solidarietà dei cittadini, che spontaneamente hanno scelto di partecipare alla raccolta fondi avviata in sinergia con Isola Ibela e Fondazione Ebbene proprio perrispondere alle richieste che quotidianamente si raddoppiavano, moltiplicavano, restituendo la fotografia di una comunità in ginocchio.
Ma tra un pacco e un altro, tra un farmaco da consegnare e un sorriso da donare, la cooperativa Terra Iblea ha dovuto riorganizzare anche le attività che ormai da tempo caratterizzano i percorsi di inclusione sociale e lavorativa di alcuni giovani con disabilità psichica, che proprio negli spazi del ristorante e nella Tenuta Cillone hanno trovato la spinta per costruire il proprio futuro.
Dietro al ristorante c’è infatti un progetto più ambizioso – chiamato Ricettivamente - che la cooperativa realizza in un bene comune trasformato in un’attività imprenditoriale dal forte impatto sociale. Ѐ qui – tra i ventitré ettari di terreno e tra l’odore di asparagi e carruba – che emerge appunto la Tenuta Cillone, comprendendo oltre al ristorante anche una struttura ricettiva, una fattoria didattica e un laboratorio di apicoltura.
Un’oasi immersa nelle campagne iblee, un grande spazio sociale che offre ad alcuni ragazzi con disabilità l’opportunità di imparare un mestiere e diventare imprenditori, affiancati da figure professionali di supporto.
Per “i ragazzi speciali” che da sempre abitano questo bene, gli operatori sociali di Terra Iblea hanno dovuto riadattare le attività per non vanificare il lavoro svolto prima del Covid e con l’obiettivo di restituire nuove forme di normalità.
«I ragazzi hanno continuato a lavorare – afferma Stefania Malacria, assistente sociale - occupandosi della fattoria didattica. Il prendersi cura degli animali è stato importante per loro perché ha permesso di restituire un senso di continuità, mantenendo una routine seppur scandita dall’emergenza e da normative da rispettare con accortezza».
«Adesso non vedono l’ora di tornare in cucina, occuparsi dell’accoglienza dei clienti e prendersi cura di ciò che da tempo costituisce per loro una casa e una forma di riscatto sociale», aggiunge Malacria.
E già dalla scorsa settimana dopo un’accurata sanificazione, distribuzione di tutti i presidi di sicurezza e tanta formazione per continuare a lavorare in sicurezza, il ristorante ha riacceso le luci pronto ad offrire tradizione e sicilianità dal cuore sociale.