Questi giorni di isolamento complessivo impongono di ridisegnare nuovi ritmi di vita, più lenti e meno frenetici, offrendo la possibilità di riassaporare il valore della relazione e trascorrere più tempo in famiglia. Fare colazione insieme il lunedì mattina, condividere paure ed ansie, che specie in questi giorni accompagnano costantemente i nostri pensieri e poi ritrovarsi a cena per riflettere sul momento difficile che sta vivendo il Paese.
Ai tempi del Covid-19, quelli dove #restareacasa è una prescrizione ed è l’unico modo per evitare il contagio, non tutti possono riassaporare la bellezza di trascorrere momenti in famiglia. Tra loro ci sono i giovani migranti, quelli che hanno lasciato la propria casa per avere un futuro, quelli che oggi stanno vivendo una nuova emergenza.
«Molti ragazzi frequentano la scuola o corsi universitari, che rafforzano certamente il percorso di integrazione e inclusione costruito insieme a loro - spiega Giuliana Ecora, operatrice del Siproimi di Catania -. Questi giorni sono particolarmente intensi perché abbiamo dovuto pianificare nuove attività per evitare che questo periodo di emergenza possa isolarli e vanificare il lavoro svolto. Per questo motivo, stiamo programmando nuove azioni che rispondano al bisogno di integrazione e inclusione dei giovani».
Nella struttura gestita dalla nostra Rete insieme alla cooperativa socia Team, si riprogrammano le giornate, si alternano attività ludico-ricreative con momenti di riflessione. Tutto assume una nuova dimensione per non perdere il senso di comunità coltivato e costruito con forza.
Laboratori strutturati ma anche momenti di dibattito per approfondire e comprendere l'emergenza Coronavirus. «Non tutti i ragazzi conoscono perfettamente la nostra lingua – conclude Ecora – e non possono informarsi sulla situazione attraverso notizie o approfondimenti. Ecco perché il nostro compito è quello di accompagnarli a conoscere non soltanto le misure per evitare il contagio, ma alimentare attraverso delle attività dedicate una riflessione sul tema».
Così tra un laboratorio ricreativo e delle letture condivise, molti di loro si chiedono come il sistema sanitario italiano risponde a questa epidemia, quali misure messe in campo dai volontari e come l'emergenza sta evidenziando ancora di più le fragilità che da sempre caratterizzano il loro Paese d’origine.