Il microcredito come strumento utile per arginare le difficoltà economiche di molte famiglie. Lo propone la Caritas diocesana di Catania che ieri mattina ha tenuto una conferenza stampa al Museo diocesano.
Oggi, la crisi economica diffusa e il carovita costringono molte famiglie a stringere la cinghia. Chi invece non ha problemi e dispone di liquidità, grazie al bancomat e alla carta di credito, può sempre riccorrere al prelievo negli appositi sportelli. Oppure può bussare alle porte delle banche per chiedere un prestito. Quello che serve, sono le garanzie: uno stipendio, oppure beni immobili. Ma ci sono quelli - sempre più numerosi in Sicilia - per i quali le porte restano invece chiuse perché non posseggono queste garanzie. E allora, cosa fare?
«Proponiamo di istituire il microcredito nel nostro territorio - dice don Valerio Di Trapani, direttore della Caritas diocesana di Catania - e sono allo studio delle ipotesi per favorirne l'accesso. Si tratta di un credito che non è legato a precise garanzie, ma a un progetto di vita. Di un credito, quindi, che possa essere elargito a persone con qualità morali che lo chiedono per progetti di qualità».
Chi può elargire il prestito, le stesse banche o altri istituti? «In Sicilia s'è affacciata poco tempo fa la Banca Etica, con sede a Palermo - spiega don Valerio Di Trapani - e la Caritas sta per concludere una convenzione con quest'istituto attraverso un fondo di garanzia».
L'erogazione del credito è una delle attività più delicate per Banca Etica. Nella scelta dei soggetti e dei progetti da finanziare sta infatti l'essenza e la specificità dell'istituto, il cui scopo «è dare credito, cioè fiducia, alle iniziative socioeconomiche che sostengono un reale sviluppo della persona e che producono un beneficio sociale, nel rispetto della natura».