Il Consorzio Solco partner del laboratorio Lisca Bianca.
10 giovani, 2 mesi di attività e la straordinaria opportunità di costruire un’imbarcazione a vela in legnomettendo al centro i valori dellacollaborazione, solidarietà, senso di responsabilità, amore per la natura. E navigare in un mare di legalità e inclusione.
Sono queste le basi del laboratorio Lisca Bianca, promosso dall’omonima Associazione in collaborazione con Fondazione Ebbene e il suo Centro di Prossimità Mosaico, il Consorzio Sol.Co., l’Associazione C’era Domani Librino, Associazione Centro Studi Opera Don Calabria, l’Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna, Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni, Lega Navale Italiana di Riposto e la Parrocchia Nostra Signora del Santissimo Sacramento.
Per otto settimane 10 ragazzi - 7 giovani dell’USSM e UDEPE e 3 ragazzi del Polo Educativo Villa Fazio di Librino – avranno la possibilità di vivere un’esperienza significativa di gruppo in un ambiente naturale (il mare) e in un contesto educativo fortemente tutelato (la barca). I giovani coinvolti nel laboratorio realizzeranno un’imbarcazione a vela di 3 metri in legno, Lia, sviluppando competenze nel settore della cantieristica navale e della lavorazione in legno. Si passerà dal taglio dei pezzi con macchinari specifici al loro assemblaggio grazie all’ausilio di tutor e artigiani. E ancora resine e vernici per abbellire l’imbarcazione fino al collaudo, che verrà effettuato durante la parte finale del laboratorio.
Lisca Bianca e il progetto sociale che va per il mare, alcuni accenni. Il progetto Lisca Bianca vuole favorire l’inclusione sociale e lavorativa dei giovani che provengono da contesti di fragilità. Il cuore dell’iniziativa è offrire ai giovani la possibilità di sperimentare competenze prettamente legate al mondo della cantieristica e lavorazione del legno, ma anche sviluppare capacità di problem solving ed essere in grado di lavorare in team e per scadenze.
Mare e legalità, un binomio possibile. Il progetto Lisca Bianca si sviluppa in un contesto legato al tema del mare come una dimensione alternativa; una rottura con la quotidianità, un’occasione per abbandonare “la strada, la città” e lanciarsi verso nuovi orizzonti. Sperimentare e sperimentarsi in un contesto completamente nuovo. Al contempo la barca rappresenta un piccolo mondo dove per stare in armonia occorre navigare insieme, condividere e rispettare delle regole. Insomma, creare un equipaggio pronto a godere della bellezza del viaggio ma anche capace di affrontare le intemperie del mare. La barca diventa così una piccola comunità dove ognuno ha responsabilità e compiti da eseguire ma anche un’occasione per mettere in campo talento ed energia e raggiungere obiettivi comuni.
Questo dunque lo scenario su cui i dieci giovani coinvolti realizzeranno un’imbarcazione in legno e costruiranno il loro percorso di formazione e crescita per navigare in un mare di inclusione.