Si respira aria di Europa ad ogni incontro organizzato dai partner del progetto BEGIN -Environmental Guardianship for Inclusion”, di cui anche la nostra Rete fa parte, e che mette al centro quei valori fondamentali del fare impresa sociale: innovazione, inclusione e sostenibilità.
Un percorso cominciato lo scorso anno e che attraverso meeting, piani operativi e simulazioni pratiche vuole definire un modello di business innovativo nell’area adriatica per la creazione di startup sociali capaci di includere i più fragili come giovani, disabili, donne e immigrati, in un’ottica di “economia circolare di Prossimità” dove le persone e i loro bisogni ritornano ad essere al centro di ogni agire sociale e protagonisti della loro vita. Ma non solo, obiettivo del progetto è incoraggiare la nascita di imprese green, che rispondono a quel bisogno di futuro programmando attività e azioni per la tutela dell’ambiente e lo sviluppo del turismo.
Questo il cuore del progetto comunitario che si inserisce all’interno del programma ADRION, Adriatic Ionian Porgramme Interreg, e che condensa in un “viaggio” i colori dell’Europa e le buone pratiche di impresa sociale, trasferendo il know-how dalle regioni più innovative e con più esperienza, dove il Terzo Settore è già sviluppato e ben radicato sul territorio, a quelle “in ritardo” sotto questo aspetto.
Così dalla Croazia all’Italia attraversando i confini della Grecia e della Slovenia, 8 realtà, partner del progetto, si incontrano, discutono, scambiano idee, producono, tracciando un’Europa aperta e solidale, capace di fare impresa guardando prima di tutto alle persone. Tra questi RRA Severne Primorske (Slovenia), capofila del progetto, e oltre al Consorzio Solco, i partner sono: Consorzio Emmanuel (Italia), ASP Romagna Faentina (Italia), Comune di Albona/Labin (Croazia), Comune diCastelnuovo/Herceg Novi (Montenegro), Comune di Čačak (Serbia), Comune di Gradiška (Bosnia), EILD-Istituto europeo per lo sviluppo locale (Grecia).
Il progetto che già di per sé rappresenta una straordinaria opportunità per la nostra Rete di sperimentare occasioni di scambio con altre realtà che svolgono attività simili in territori differenti, permette inoltre di esportare il modello di impresa sociale che Solco porta avanti in Sicilia da quasi 25 anni. Un sistema capace di aggregare e non escludere, che affonda le proprie radici su valori essenziali come partecipazione, condivisione, territorialità e capitale umano, offrendo occasioni reali di inclusione a coloro che tradizionalmente sono fuori dal mercato.
Il progetto è articolato in tre fasi: la prima, conclusasi già con il 2018, si è basata su attività di ricerca e raccolta di dati attraverso brainstorming e questionari somministrati ai soggetti del terzo settore, con lo scopo di individuare il core business e le potenziali caratteristiche delle startup sociali; la seconda, che si è conclusa da poco, ha previsto un’azione più operativa attraverso l’organizzazione di 3 meeting di “capacity building” realizzati in ciascun Paese partner, definendo il modello di business per la creazione di nuove imprese sociali. Obiettivo di questi incontri è stato sperimentare gli strumenti e i modelli per la creazione di imprese sociali e individuare il learning process per i "facilitatori" (enti di formazione, imprese, centri di ricerca e impiegati pubblici) e potenziali startuppers. Nei prossimi giorni il progetto si avvierà verso la terza fase, nella quale ciascun partner lavorerà con gli stakeholders locali alla costruzione di un network di soggetti “facilitatori” (es. enti locali, centri di formazione, enti di ricerca, incubatori d'impresa, agenzie per il lavoro, camera di commercio, etc.) in grado di sostenere e supportare le idee di startup sociali. A conclusione del progetto, il piano d'azione elaborato a partire dai risultati ottenuti da ciascun partner verrà presentato agli enti locali del nostro territorio.
Spazio alle idee. Durante gli incontridi “capacity building” organizzati dal Consorzio Sol.Co. sono emerse due idee di startup, analizzate attraverso il Business model Canvas, cioè uno strumento che permette di individuare gli elementi utili per un’azienda a creare valore.
La prima orientata all’agrifood wine consiste nella creazione di una startup sociale per la commercializzazione di vino naturale, che si contraddistingue nel mercato per un limitato contenuto di additivi chimici, inserendosi nel macro trend di consumi sostenibili. Così come prevede il progetto BEGIN, l’impresa prevede l’inclusione lavorativa di persone svantaggiate. Ma non solo, il cuore dell’impresa non è soltanto la mera commercializzazione, ma anche la ricerca e lo studio di nuovi prodotti, che poi la stessa azienda farebbe vinificare da terzi previa scelta delle uve ritenute più adatte a incontrare i gusti dei consumatori.
La seconda idea consiste invece nella creazione di una start up sociale per la fornitura di servizi di manutenzione per edifici pubblici e privati. I servizi spaziano dalle piccole riparazioni fino a veri e propri interventi di ristrutturazione e sono tutti orientati su una logica di sostenibilità e salvaguardia ambientale. In altri termini la start up proporrà ai clienti soluzioni di risparmio energetico (energia elettrica e gas) e idrico ed ecosostenibili (materiali a basso impatto ambientale). Anche in questo caso, seguendo appunto il filo rosso dell’intero progetto, la startup prevede l’inclusione di persone tradizionalmente escluse dal tessuto sociale e lavorativo.
L’imprenditoria si fa Europa con il progetto BEGIN.