Inutile cercare nelle parole dei messaggi che il nostro premier e i suoi due viceministri hanno rilasciato dopo la tragedia aerea dell'Ethiopian Airlines ad Addis Abeba un accenno a cosa facessero da quelle parti i nostri 8 connazionali, Carlo, Gabriella, Matteo, Paolo, Maria Pilar, Virginia, Rosemary, Sebastiano. Solo parole di cordoglio e di circostanza per l’evento luttoso. Peccato, un’occasione persa per sottolineare che c’è una parte d’Italia di cui andare orgogliosi, fieri.
Per fortuna ci ha pensato, una volta di più, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a ricordare che “Il Paese guarda con riconoscenza al loro impegno professionale e di vita, speso sul terreno della cultura e dell'archeologia, della cooperazione, di organizzazioni internazionali a servizio dello sviluppo umano”.
Il profeta dell’aiutiamoli a casa loro”, il nostro ministro dell’Interno Matteo Salvini anche oggi ha pubblicato una ventina di tweet (e sicuramente non ha finito): 3 su sgomberi/ruspe, 2 da Bergamo, 5 repliche insulti, 6 dalla Basilicata di cui uno dedicato al peperone crusco, 1 su legittima difesa, 1 dove manda un bacione a tutti. Non una parola su 8 italiani che lavorando per un mondo migliore, sono morti su un aereo in Etiopia.
Eppure davvero Carlo, Gabriella, Matteo, Paolo, Maria Pilar, Virginia, Rosemary, Sebastiano rappresentano un pezzo d’Italia quella capace di globalizzare la solidarietà invece dell’indifferenza. Grazie al progetto di Open cooperazione, portale che aggrega oggi i dati delle 200 più importanti realtà non profit italiane che operano nel settore della cooperazione allo sviluppo e nelle emergenze umanitarie [...] per continuare a leggere l'articolo, clicca qui.