Giovani e cyberbullismo, come educare gli studenti a “Non cadere nella Rete” Storie

Giovani e cyberbullismo, come educare gli studenti a “Non cadere nella Rete”

  • Scritto da Redazione
  • - 07/03/2019

"Non cadere nella Rete” è questo il nome del progetto che la Cooperativa Sociale TEAM- Ti Educa a Migliorare, socia della Rete Sol.Co., sta realizzando in alcune scuole medie e superiori di Catania per rispondere al fenomeno del cyberbullismo.

La fotografia restituita dagli ultimi dati Istat è allarmante: in Italia un ragazzo su 2 è vittima di bullismo; l’età più a rischio è quella compresa tra gli 11 e 17 anni, e a subire maggiori violenze sono le ragazze. Parliamo di una vera e propria emergenza sociale diffusa in maniera capillare su tutto il territorio nazionale, che con la rivoluzione tecnologica sta rendendo il fenomeno ancora più problematico, poiché i bulli riescono a materializzarsi in qualsiasi momento attraverso la pubblicazione di video e immagini nella Rete. Le nuove tecnologie hanno modificato, infatti, il modo di comunicare e interagire tra i ragazzi, sempre più social e sempre più “a rischio”, tanto da parlare di cyberbullismo.

Su questo scenario si muove il progetto “Non cadere nella Rete” lanciato dal Comune di Catania e messo in campo dalla cooperativa TEAM proprio nelle scuole, quali agenzie educative e luoghi di crescita; in particolare quelle coinvolte sono: l’Istituto Comprensivo Francesco Petrarca, Istituto Comprensivo Statale C.B. Cavour e il Liceo Statale Socio Psico-Pedagogico G. Lombardo Radice. Il cuore del progetto è coinvolgere gli insegnanti, studenti e genitori a intraprendere un percorso comune di conoscenza e contrasto al fenomeno, con l’obiettivo di prevenire situazioni pericolose ed educare all’uso responsabile di internet.

«Con “Non cadere nella Rete” non vogliamo parlare soltanto agli studenti – spiega Andrea Di Stefano, psicologo e coordinatore del progetto – ma anche agli insegnanti e genitori. È impossibile pensare che un fenomeno così radicato ed emergenziale non coinvolga gli attori principali che contribuiscono alla formazione e crescita dei ragazzi. Il progetto, che è partito dallo scorso dicembre e si concluderà con la fine dell’anno scolastico, prevede una fase formativa rivolta agli studenti, docenti e genitori e la creazione di uno sportello di ascolto all’interno delle scuole. Lo sportello è coordinato e gestito da uno psicologo, pronto a intercettare e prevenire casi di cyberbullismo, offrendo supporto a quanti, direttamente o indirettamente, abbiano subito forme di prevaricazione sociale».

Il progetto assume una doppia valenza, è certamente uno strumento fondamentale di contrasto al fenomeno del cyberbullismo, ma anche un modo per sviluppare tra gli studenti competenze trasversali (comunicative, creative, rispetto ed empatia, team work, ecc.). Questo avviene grazie ai laboratori esperienziali dove gli studenti, suddivisi in piccoli gruppi, sono coinvolti in esercizi di role playing, problem solving e partendo dalle loro emozioni e sensazioni sul tema, con l’aiuto dello psicologo, realizzeranno un corto, che sarà proiettato in occasione di un evento dedicato che si terrà alla fine dell’anno scolastico.

La metodologia adottata per la realizzazione dei laboratori esperienziali è basata sul Cooperative Learning: lavorare insieme per raggiungere obiettivi comuni. Una metodologia che declinata sul fenomeno del bullismo e cyberbullismo, serve ad accompagnare gli studenti a costruire relazioni positive basate sul rispetto, confronto e condivisione di idee.

«Il progetto – conclude Di Stefano – può diventare un modello educativo e didattico nelle scuole. Oltre alle attività di formazione e ai laboratori esperienziali, abbiamo creato gruppi di studenti anticyberbullismo, che formati e guidati dai nostri professionisti e psicologi Maria Rosaria Conte, Manuela Gambera, Sebi Barbagallo, Nancy Pagliaroto, e Valeria Amore, sensibilizzano i compagni di scuola, e in generale i loro coetanei, sul tema del cyberbullismo e bullismo». Saranno appunto gli stessi studenti che il prossimo anno avranno il compito di mantenere attivo lo sportello di ascolto all’interno delle scuole, intercettando i bisogni dei coetanei e interfacciandosi con gli insegnanti e psicologi.

#GoodJob!