Oltre 100 organizzazioni italiane riunite a Milano in un lungo e partecipato dibattito per ribadire che la cooperazione sociale è in grado ancora oggi di generare processi di inclusione lavorativa.
Questa la sintesi della prima tappa del “Manifesto per rilanciare la cooperazione sociale di inserimento lavorativo”, che si è svolta lo scorso 21 febbraio a Milano, chiamando a raccolta associazioni, volontari, federazioni nazionali, imprese sociali e cooperative per ridisegnare i nuovi paradigmi del welfare e guardare alla cooperazione sociale non soltanto come contenitore di servizi e progetti, ma come strumento in grado di generare sviluppo economico.
Anche il Consorzio Sol.Co ha partecipato all’appuntamento, sottoscrivendo il Manifesto lanciato nei mesi scorsi dal Consorzio Idee in Rete, Consorzio Abele Lavoro e CNCA e che in poche settimane è stato ciondiviso da oltre 100 organizzazioni. Sorprendente è stata la vivacità con cui le organizzazioni si sono riconosciute in questo progetto collettivo, che hanno rilanciato offrendo il loro contributo.
«Il dato fondamentale – ha dichiarato Marco Gargiulo, Presidente del Consorzio Nazionale Idee In Rete – è l’essere riusciti ad aggregare realtà sociali che operano fuori dalla nostra Rete. È stata una giornata intesa con tantissimi spunti di riflessione ma anche criticità che alimenteranno le future tappe di questo percorso diventato ormai progetto comune. Certi che la cooperazione sociale, se pur declinata in diversi ambiti, ha bisogno di quello scatto sociale capace di creare nuovi posti di lavoro e distribuire ricchezza».
Rilanciare la cooperazione sociale di inserimento lavorativo partendo soprattutto dalle nuove generazioni, questa la riflessione di Stefano Granata, Presidente di Federsolidarietà Confcooperative, che dichiara: «È una bestemmia sociale pensare che i giovani non abbiano valori. Dobbiamo partire dalle nuove generazioni e considerarle come risorse preziosissime per ridisegnare un nuovo welfare. La cooperazione sociale è chiamata oggi ad affrontare la sua più grande sfida: tornare ad essere un ascensore sociale per accompagnare le persone più fragili a districarsi dalla loro condizione di povertà e raggiungere quel gradino sociale più alto».
La caratteristica di questo incontro è stato certamente il confronto, oltre 150 iscritti coinvolti in 3 gruppi di lavoro: essere impresa che produce e che forma, declinando la peculiarità del modello d’impresa sociale capace di formare operando; essere impresa in relazione con il territorio, che riafferma il dialogo necessario e costante che le cooperative sociali devono interpretare con le comunitàe con gli locali in ottica di co-progettazione e co-programmazione;ed essere impresa che incrocia bisogni e impegno di chi si avvicina al lavoro, accompagnando soprattutto le persone più fragili a costruire nuovi progetti di vita partendo proprio dal lavoro.
Prossima tappa del Manifesto a Taranto, durante la Biennale della Prossimità che si terrà dal 16 al 19 maggio.
È possibile leggere e sottoscrivere il manifesto, cliccando qui.