Ci sono storie che vanno raccontate. Storie di dolore, di cicatrici che soltanto il tempo e la voglia di futuro potranno curare. Storie di rinascita, accoglienza e integrazione sociale. Ma raccontarle non è sempre facile perché oggi, troppo spesso, vengono colorite da numeri e percentuali che tuonano nell'immaginario comune come vere e proprie ossessioni. Restiamo umani, verrebbe da dire: restiamo umani. Perché dietro quei numeri, quelle percentuali, ci sono persone, non migranti, non profughi ma persone.
Oggi vi raccontiamo la storia di Azis, 21 anni, che ha recentemente concluso un tirocinio formativo di 5 mesi al Consorzio “Le Galline Felici” di Lentini, grazie al progetto “Integrazione è futuro”, promosso dall’organizzazione umanitaria Cesvi, nel quale sono state coinvolte le cooperative sociali Health&Senectus e Iblea Servizi, socie della Rete Sol.Co.
Si tratta di un progetto nato per l’inserimento socio-lavorativo di Minori Stranieri Non Accompagnati e neo maggiorenni inseriti rispettivamente nella Comunità per minori (gestita dalla cooperativa Iblea) e Centri SPRAR di Francofonte. Il cuore del progetto è la sperimentazione del sistema delle “doti individuali”, cioè offrire al migrante la possibilità di accedere a un percorso formativo e aspirare ad ottenere un lavoro qualificato. Azione determinante in un contesto come quello siciliano dove la formazione regionale è spesso carente.
Da gennaio i giovani migranti con tanto di penne in mano e quaderni per appuntare questa o quella nozione hanno seguito per un mese un corso di formazione sulle tematiche del mondo del lavoro occidentale: diritti e doveri dei lavoratori, aspetti di sicurezza in ambito lavorativo e dinamiche legate alla gestione aziendale. Ma non solo. Alcuni di loro hanno partecipato a lezioni formative legate al mondo agricolo come la biodiversità, la permacultura e lo scambio tra agricolture e culture diverse.
Formazione sì ma anche tanta pratica. Al termine delle lezioni i giovani, infatti, sono stati inseriti in tirocini formativi (finanziati dalla Buzzi Unicem) per sviluppare nuove competenze professionali.
Qui incrociamo la storia di Azis; una storia di viaggio, sofferenza e rinascita. Azis a soli 18 anni fu costretto a lasciare Burkina Faso, la sua terra d’origine. È una storia dove ad un certo punto tutto cambia, tutto diventa pauroso e soltanto la fuga è il vero strumento di salvezza.
Azis e la sua famiglia non avevano problemi economici, gestivano un negozio, e i conti in casa tornavano. Poi, l’incubo: il padre viene ucciso, forse per invidie legate alla situazione economica della famiglia, e Azis e la madre sono vittime di continue minacce.
A dicembre del 2015 il giovane scappa dalla sua terra natia e approda in Libia dove vive per 2 mesi. Ma la Libia è un vero e proprio inferno: ci sono massacri, guerre e giovani uccisi dai trafficanti. L’unica soluzione è imbarcarsi per l’Italia, dove viene ospitato nel Centro SPRAR di Francofonte, gestito dalla cooperativa H&S.
Anche Azis ha partecipato al progetto “Integrazione è futuro”: «Dopo un mese di formazione su tematiche agricole – dichiara il giovane – ho iniziato il tirocinio formativo a Lentini al Consorzio “Le Galline Felici”, un’azienda familiare che produce agrumi. Sono soddisfatto perché è stata un’ottima esperienza formativa, ho imparato a piantare, coltivare e come prendersi cura di un terreno».
«In Africa non avevo mai fatto nulla del genere, la nostra cultura è molto differente da quella siciliana – continua -. Nel nostro Paese il lavoro nei campi è molto duro, mentre qui ho avuto la possibilità di utilizzare attrezzature e tecnologie che consentono di ridurre la fatica fisica».
Grazie a Vincenzo Vacante, titolare dell’azienda, Azis ha imparato ad avere fiducia nel prossimo e non smettere mai di imparare e progettare.
Sul futuro quindi il giovane non ha dubbi: «Sto seguendo un corso di italiano e spero presto di prendere la licenza media. Vorrei costruire il mio futuro qui, in Sicilia, e adesso sogno di diventare un agricoltore grazie all'opportunità offerta dal tirocinio».
«Della Sicilia mi piace il colore e il profumo delle arance; un colore acceso, forte e un sapore che richiama la vita e mi ricorda che bisogna lottare e combattere per un futuro migliore», conclude.
La cicatrice si crea nel passaggio tra ferita e la rinascita. Ed è per questo che deve essere bella, perché è segno di vita.
#BuonaRinascita Azis, #BuonaVita
Fonte Foto: Cesvi