I Gesuiti del Centro Hurtado, sede delle attività formative nel quartiere di Scampia, hanno contribuito a descrivere ed approcciare la popolazione locale e quindi ad indirizzare i formatori nell’individuazione dell’utenza da raggiungere. Inoltre, attingendo alla loro tradizione educativa, hanno dato preziosissime indicazioni circa la definizione dei contenuti formativi e la scelta e la costruzione delle metodologie didattico - educative più efficaci.
I servizi sociali hanno collaborato alla individuazione degli utenti ed hanno contribuito al loro coinvolgimento; le associazioni del territorio hanno veicolato informazioni inerenti l’opportunità formativa sensibilizzando la popolazione; il CPI di Scampia ha coinvolto direttamente i suoi operatori. Infine le aziende in partenariato per la parte formativa più professionale dell’apprendimento hanno contribuito a definire gli obiettivi formativi, implicandosi essi stessi in prima persona in momenti formativi specifici.
«La classe base per poter partire necessitava di almeno 12 allievi», dice Filomena Oricchio, «l’IeFP di Scampia l’8 maggio, giorno di avvio delle attività, aveva 15 iscritti, pari al numero effettivo richiesto. Quello stesso giorno abbiamo raccolto l’adesione di altri 3 allievi come uditori, previsti in misura del 30% sul numero effettivo, arrivando a 18. Al 30 giugno, ultimo giorno di attività prima dell’interruzione estiva, gli allievi erano ancora 18, tutti partecipi ed entusiasti»
Il corso, di durata triennale, è diviso in tre momenti: il primo anno, da poco conclusosi, prevedeva 990 ore di lezioni frontali. Metà delle quali le ragazza selezionate hanno studiato le materie classiche: matematica, italiani, storia e inglese; e la restate parte delle ore è stata dedicata alla simulazione d’impresa.
Tutte le ragazze selezionate per il primo ciclo hanno dai 14 ai 16 anni e ognuna si porta dietro una storia difficile. Come quella di L. La sua mamma è stata arrestata più volte per episodi legati allo spaccio di droga. «Lei», racconta la Oricchio, «è stata affidata ai nonni e vive in casa con loro e una zia, la sorella della madre, che soffre di gravi ritardi mentali. Quando L. ha chiesto alla madre, una volta uscita di prigione, di andare a vivere con lei, la mamma si è rifiutata. Quando poi L. le ha chiesto ancora di rivelarle il nome del papà che non ha mai conosciuto si è trovata davanti ad un altro rifiuto». L. è stata iscritta ai corsi di Eitd dalla nonna che l’ha presentata dicendo “Mia nipote non sa qual è il senso della sua vita”. «Adesso», continua Filomena Oricchio, «L. è bravissima a cucire e non vede l’ora di iniziare il secondo anno di progetto con l’alternanza scuola – lavoro».