Inclusione e partecipazione per i giovani rifugiati, a Strasburgo con Sviluppo Solidale il modello della Rete Sol.Co. Storie

Inclusione e partecipazione per i giovani rifugiati, a Strasburgo con Sviluppo Solidale il modello della Rete Sol.Co.

  • Scritto da Redazione
  • - 20/10/2017

Quello dell’inclusione e della partecipazione dei giovani rifugiati è uno dei temi al centro del dibattito europeo, Istituzioni e organizzazioni operano congiuntamente per trovare una strategia efficiente e comune promuovendo tavoli di studio, ricerca e interscambio tra le realtà pubbliche e private impegnate sul tema.

E’ un tema, o forse meglio un approccio, con il quale le imprese della Rete Sol.Co. che riunite nell’ufficio accoglienza e integrazione dei migranti si confrontano stabilmente perché ritenuto di grande valore per il modello metodologico che mettono in campo.

Questo tema è stato al centro di un workshop  svoltosi a Strasburgo i primi di ottobre, frutto del partenariato tra la Commissione europea e il Consiglio del L'Europa, sul tema  “il ruolo del lavoro giovanile nel processo di inclusione e partecipazione dei giovani rifugiati” al quale ha preso parte la cooperativa Sviluppo Solidale, socia della Rete Sol.Co. accompagnando e portando l’esperienza di Bala Traore, giovane senegalese che è stato ospitato uno degli SPRAR gestiti a Palermo dalla Rete e che grazie al metodo “Accogliente” ha avito la possibilità di vivere un percorso di piena integrazione sociale e lavorativa.

L’approccio dei lavori è stato quello dell’interscambio di buone prassi ma anche di analisi delle criticità. Il profilo analizzato è particolarmente interessante perché il focus su cui si è concentrati è quello delle metodologie che il lavoro giovanile e le politiche giovanili utilizzano per sostenere l'inclusione e la partecipazione dei giovani rifugiati e richiedenti asilo.

I 45 partecipanti, giovani lavoratori, giovani rifugiati, rappresentanti di enti pubblici e ONG, ricercatori, provenienti da oltre 10 paesi europei hanno lavorato per identificare le sfide legate al lavoro giovanile con i giovani rifugiati e le modalità per affrontare queste sfide, in particolare sui temi seguenti:               

  • dialogo interistituzionale e apprendimento, accesso ai diritti sociali, coinvolgimento delle giovani donne, partecipazione alla vita locale, autonomia;
  • analizzare una pratica locale del lavoro giovanile che sostiene l'inclusione e la partecipazione dei giovani rifugiati;
  • scambiare opinioni con i giovani rifugiati e con altri professionisti del settore giovanile e la rete;
  • identificare le misure di sostegno necessarie per il lavoro giovanile con i giovani rifugiati.

 Durante ogni workshop sono state individuate le sfide e la modalità per affrontarle, analizzato una pratica locale di lavoro giovanile e/o delle politiche giovanili che sostengono l'inclusione e partecipazione di giovani rifugiati.

Tra le sfide sono emerse: la transizione all'età adulta; i processi gravosi legati alla burocrazia; la mancanza di informazioni accessibili ai giovani rifugiati, in particolare sui loro diritti, nelle lingue loro capiscono;  il trauma emotivo;  la precarietà dei tirocini e di altre misure volte a sostenere i giovani rifugiati per accedere al mercato del lavoro;  gli sviluppi politici che influenzano l 'opinione pubblica e le politiche nei paesi ospitanti;  l'onere della "attesa" nel non sapere se sarà concesso lo status giuridico del rifugiato o se il giovane deve essere inviato tornare nel loro paese d'origine; le difficoltà legate alle relazioni interculturali, nonché la discriminazione e lo stigma che i giovani i rifugiati soffrono, incluse le barriere linguistiche.

Le conclusioni di questa esperienza hanno fornito elementi utili di valutazione e progettualità che certamente sono presenti nel modello d’integrazione dei migranti “Accogliente” attuato dalla Rete Sol.Co.

E’ emerso come il lavoro giovanile costituisca  un sostegno per l'empowerment individuale, uno spazio sicuro per i giovani rifugiati dove essere giovani ed essere supportati nel processo di integrazione nelle società ospitanti.

La “relazione tra pari”, che già in Accogliente viene sperimentata, facilita i giovani rifugiati nello sviluppo della loro fiducia costruendo relazioni positive, anche con i loro coetanei. L’apporto dei giovani, volontari o professionisti, – come evidenza il documento finale dei lavori -  non dovrebbe assumere compiti che rientrano in ruoli già tradizionalmente strutturati (casi dove i giovani lavoratori sono stati invitati a fornire assistenza legale o assistenza psicologica), ma piuttosto agire come un supporto complementare ad altri servizi.

E’ stato evidenziato come l'apprendimento tra pari e le occasioni di interscambio come queste possano essere validi strumenti per evitare l'isolamento dei professionisti e sostenere la loro riflessione pratica. La richiesta finale è stata certamente quella di un maggior investimento economico e politico in interventi per i giovani con i giovani sui temi della partecipazione e dell'inclusione.

La partecipazione a questo appuntamento si inserisce in un progetto ampio, organico  e strutturato che la cooperativa Sviluppo Solidale porta avanti all’interno della rete Sol.Co. nel campo dell’accoglienza e dell’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati anche grazie a partenariati di grande rilievo come quello sottoscritto con CESIE, un centro studi e iniziative europeo che crede fortemente nella collaborazione trasversale tra culture, ambiti e settori.

Nell’inserimento lavorativo dei giovani rifugiati la cooperativa Sviluppo Solidale opera una presa in carico globale dell’individuo, con una concreta attenzione al vissuto del richiedente asilo per facilitare il suo inserimento lavorativo, ma soprattutto perché lo stesso sia un percorso personalizzato attraverso il bilancio delle competenze e un tutoraggio continuo in tutte le fasi di inserimento in azienda. Attraverso un iniziale tirocinio formativo, negli ultimi 6 mesi, sono stati più di dieci i rifugiati ospitati negli SPRAR di Sviluppo Solidale che hanno ottenuto un’assunzione definitiva a tempo indeterminato.

 #GoodJob