Uovonero, l'editore che non dimentica nessuno Notizie

Uovonero, l'editore che non dimentica nessuno

  • Scritto da Redazione
  • - 12/04/2017

Partiamo dall’inizio. «Ma anche prima dell’inizio», ci dice sorridendo Sante Bandirali, per raccontarci com’è nata la casa editrice “uovonero” (proprio così, tutto minuscolo e una parola sola) fondata insieme alla moglie Enza Crivelli e a Lorenza Pozzi.

Anche se ufficialmente la casa editrice parte nel 2010, l’idea che ha portato alla sua nascita si insinua nella mente dei tre molti anni prima; e scaturisce da una mancanza concreta: «Mia moglie Enza lavora da oltre vent’anni nel campo dell’autismo e della dislessia: è una terapista», racconta Sante. «Utilizzava spesso materiali per avvicinare i bimbi alla lettura. Ma quelli che si trovavano in giro erano testi riadatti, quindi non pensati direttamente per loro. Enza mi diceva sempre: “Io vorrei che i miei bambini” — come li chiama lei — “potessero andare in libreria o in biblioteca e trovarsi davanti un libro pensato per loro”».

Fotocopie plastificate per diventare più robuste, rilegature a spirale per tenere insieme le pagine: «”Questi non sono libri veri”, mi ha detto Enza, “i libri veri dovremmo farli noi”». Siamo nel 2005 e l’idea rimane in stand by per due anni. «Da soli non saremmo stati in grado di farcela», spiega Sante, «e così entra in gioco Lorenza». È proprio lei che trova un bando della Regione Lombardia per imprese innovative. «Hanno partecipato in circa 800 a quel bando. Noi non abbiamo ottenuto i finanziamenti ma il nostro punteggio è stato buono».

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Quel bando non vinto ha rappresentato lo stesso un’opportunità per trasformare l’idea in progetto: «Abbiamo messo in ordine le cose. In quell’idea ci credevamo molto e così abbiamo deciso di investire dei fondi nostri e, il 2 marzo 2010, siamo andati dal notaio. A quel punto uovonero era diventata realtà».

Ad oggi sono 45 i titoli pubblicati e diverse le collane: i Pesci Parlanti, libri con rinforzi comunicativi, che utilizzano strumenti di Caa, Comunicazione aumentativa e alternativa, per bimbi in età prescolare o con difficoltà cognitive. Il testo pittografico fa da rinforzo a quello verbale, sono libri pensati per letture condivise con l’adulto. Il bimbo associa i suoni ai simboli che vede, ricostruisce la storia e diventa un lettore autonomo. Possono essere utilizzati anche per i bimbi stranieri che non conoscono l’italiano. Ci sono poi i Raggi e Abbecedanze, libri che raccontano varie forme di disturbo da parte di chi lo vive in prima persona, sono due collane adatte anche agli adulti; i Geodi, che aiutano gli altri a capire e ad accettare chi è diverso. Infine, una collana di giochi per divertirsi e imparare, nel rispetto delle diversità e della collaborazione non competitiva che hanno deciso di chiamare Altrimenti. A parte ci sono poi i Libri di Camilla, albi illustrati di qualità dei principali editori italiani per l’infanzia tradotti nel sistema simbolico WLS.

In quasi tutti i libri è presente lo “sfoglia facile”, e le immagini, gli spazi, il font, gli a capi sono pensati per agevolare la lettura dei bambini. Anche il nome “uovonero” non è stato scelto a caso: «Poco prima di andare dal notaio», racconta Sante, «mi è tornata in mente una fiaba di Luigi Capuano, letta molti anni prima. Sapevo chi lì dentro c’era qualcosa. Così ho deciso di rileggerla: la fiaba inizia con “l’uovo nero che nessuno vuole”. La contadina non lo riesce a vendere al mercato perché tutti vogliono comprare solo l’uovo bianco. Ecco questa diversità che viene rifiutata sta alla base di quello che facciamo, ed è contenuta già nel nome». Interessante leggere come la fiaba prosegue: «L’uovo si trasforma in un galletto che fa chicchirichì e poi in un principe ed anche il principe fa chicchirichì. Questo significa che la diversità i bambini se la portano dietro: non si guarisce dall’autismo, non si guarisce dalla dislessia: si può diventare principi ma si continua comunque a fare sempre chicchiricì». C’è un altro elemento molto bello all’interno della fiaba, utilizzata un po’ come la metafora di uovonero per spiegare agli altri quello che provano a fare con i loro libri: «Ogni volta che c’è un problema per l’uovo nero, si torna a chiedere alla gallina: “e adesso cosa facciamo?”.

È questo che ci piaceva come allusione al ruolo importante dei genitori come principali esperti dei propri figli.

 

Fonte: Vita.it