Le donne vivono più a lungo degli uomini ma con meno diritti, dal lavoro al welfare Notizie

Le donne vivono più a lungo degli uomini ma con meno diritti, dal lavoro al welfare

  • Scritto da Redazione
  • - 30/11/2016

ROMA – Le donne italiane vivono di più rispetto agli uomini, consumano più farmaci ma sono ancora lontane dall’avere le stesse opportunità dell’uomo a livello lavorativo e di welfare sociale, aspetti determinanti per la salute psicofisica. È quanto emerge dal Libro bianco di Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, realizzato in collaborazione con Farmindustria, e presentato questa mattina a Roma. Il volume fotografa lo stato di salute delle donne con l’intento di promuovere in Italia la medicina di genere. 

Le donne hanno un’aspettativa di vita di 85 anni, contro gli 80,3 degli uomini; quelle che un tempo erano ritenute malattie a prevalenza maschile come malattie cardiovascolari, obesità, carcinoma polmonare, sono ora fra le principali cause di morte per le donne. Rispetto agli uomini consumano più farmaci, con una prevalenza d’uso del 67,5% contro il 58,9% negli uomini, fumano di meno (il 14,8% di donne dichiara di fumare sigarette rispetto al 24,5% di uomini) e fanno meno uso di alcol (le consumatrici a rischio sono l’8,2% rispetto al 22,7% dei consumatori). Nonostante le donne in sovrappeso siano meno degli uomini (28,2% contro 44,8%), praticano meno sport e sono più sedentarie: solo il 10,3% fa attività sportiva con continuità e il 44,1% è sedentaria, contro, rispettivamente il 27,1% e il 35,5% degli uomini.  

Nel volume sono analizzate tutte le problematiche correlate alla salute della donna: dalla sicurezza dei punti nascita alla tutela della fertilità, dalla prevenzione cardiovascolare declinata al femminile alla depressione nei cicli vitali della donna, dallo stato dell’arte della ricerca oncologica in rosa alle problematiche associate a sovrappeso e obesità femminili, dal dolore cronico all’impatto delle malattie autoimmuni reumatiche sull’essere “donna”, dalle demenze alla condizione della donna anziana e alla violenza di genere. Oltre all’aspetto clinico, viene posta particolare attenzione anche al welfare femminile: le donne italiane sono sottoposte a peggiori condizioni lavorative rispetto agli uomini, fattore questo che le espone a maggiori rischi di stress con ripercussioni sulla salute. 

“Bisogna riconoscere le differenze tra uomini e donne. Siamo convinti che si possa modificare l’impostazione androcentrica della medicina che relega gli interessi per la salute femminile ai soli aspetti correlati alla riproduzione”, ha spiegato Francesca Merzagora, presidente di Onda. “Vogliamo che l’approccio di genere diventi uno strumento di programmazione sanitaria e di pratica clinica, a garanzia di una medicina sempre più personalizzata e basata sulla centralità del paziente”. Per Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, “nel mondo sono 850 i farmaci in sviluppo per le malattie tipiche dell’universo rosa. Le imprese del farmaco hanno puntato su di loro: le donne che lavorano in questo settore sono il 43 per cento e quelle impiegate nella ricerca sono oltre il 50 per cento. Rappresentano la parte più innovativa”.

 

Fonte: Redattore Sociale