Numeri impressionanti quelli pubblicati nel rapporto, se infatti i bambini rappresentano infatti soloun terzo della popolazione globale, costituiscono invece circa la metà di tutti i rifugiati. Nel 2015, circa il 45% di tutti i bambini rifugiati sotto la protezione dell’UNHCR venivano dalla Siria e dall’Afghanistan.
Se alle spalle, questi bambini in fuga hanno traumi e gravi violenze, nel loro presente sono costretti ad affrontare ulteriori pericoli, compreso il rischio di annegare durante la traversata via mare, lamalnutrizione e la disidratazione, il traffico, il rapimento, la violenza sessuale e persino gli omicidi. Il rapporto Unicef ha inoltre rilevato come nei paesi di transito e di arrivo, spesso queste persone siano vittime di xenofobia e discriminazione.
“Immagini indelebili di singoli bambini – come il corpo riverso sulla spiaggia del piccolo bambinocurdo Aylan affogato in mare o di Omran Daqneesh stordito e con il volto insanguinato mentre era seduto in un’ambulanza dopo che la sua casa era stata distrutta – hanno scioccato il mondo”, ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF Anthony Lake. “Ma ogni immagine, ogni ragazzo o ragazza, rappresentano milioni di bambini in pericolo – per questo la nostra compassione per ogni singolo bambino che vediamo deve unirsi ad azioni concrete per tutti i bambini.”
Secondo il rapporto, la Turchia ospita il maggior numero di rifugiati recenti, e molto probabilmente il numero più grande al mondo di bambini rifugiati.
Rispetto alla sua popolazione, il Libano ospita il più grande numero di rifugiati, con una enorme sproporzione: circa 1 persona su 5 in Libano è un rifugiato. In confronto, nel Regno Unito 1 persona su 530 è un rifugiato, mentre negli Stati Uniti il rapporto è di 1 ogni 1.200 persone. Analizzando i paesi che ospitano i rifugiati secondo i livelli di reddito, troviamo che la Repubblica Democratica del Congo, l’Etiopia e il Pakistan ospitano la più alta concentrazione di rifugiati.
Il Rapporto prova che laddove ci sono rotte legali e sicure, la migrazione può offrire opportunità sia per i bambini che migrano sia per le comunità in cui arrivano.