Assistenza sanitaria scolastica: emergenza di fronte alle inadempienze delle Regioni Notizie

Assistenza sanitaria scolastica: emergenza di fronte alle inadempienze delle Regioni

  • Scritto da Redazione
  • - 23/07/2016

In questi giorni si sta discutendo delle inadempienze delle Regioni verso l’assistenza sanitaria scolastica. Centrali cooperative, enti e associazioni che si occupano di sanità e disabilità, sindacati e famiglie, ancora oggi, a pochi mesi dalla riapertura dell’anno scolastico, restano sconfortati dal disorientamento che le Regioni stanno dimostrando nei confronti della grande esigenza all’assistenza sanitaria scolastica.

Da quando le Province hanno cessato di gestire il trasporto gratuito per le scuole secondarie e l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione per gli alunni con cecità e sordità nelle scuole di ogni ordine e grado e per gli altri alunni con disabilità nelle scuole superiori, si sono diffuse gravi condizioni di disagio.

Le Regioni avrebbero dovuto affidare quelle competenze e le corrispondenti risorse ad altri enti quali città metropolitane, enti di area vasta, ambiti territoriali, associazioni o consorzi di comuni. A fronte dell’immobilismo e delle incertezze interpretative, l’ultima legge di stabilità ha ribadito che tali competenze sono definitivamente assegnate alle singole Regioni che potranno attribuirle ad altri enti. Ma, oltre all’incertezza circa gli enti destinatari delle competenze, è sorta un’altra incertezza per le famiglie e le scuole e cioè a quali assessorati regionali si intendesse attribuire la competenza e i corrispondenti finanziamenti.

Dall’audizione all’ARS avvenuta la scorsa settimana - il cui oggetto della discussione è stato il punto 2 dell’art. 10 della legge regionale n.8 del 2016, che ha fatto “confondere” le amministrazioni di tutti gli enti locali, il cui testo recita così: "Nelle istituzioni scolastiche in cui non sia presente personale interno adeguatamente formato, e nel rispetto del genere, i servizi di cui al comma 1 possono essere espletati tramite voucher a favore delle famiglie, secondo modalità individuate con decreto dell’Assessore regionale per le autonomie locali e la funzione pubblica entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e nei limiti delle risorse finanziarie previste dalla normativa vigente” - sono emerse tre questioni importanti:

 

  • il ruolo del personale scolastico nell’erogazione del servizio di assistenza igienico-personale
  • l’uso del voucher come modalità di assegnazione ed erogazione dei servizi socio-assistenziali
  • la competenza delle risorse disponibili per far partire i servizi

 

Tutte questioni che pesano come un macigno e che restano ancora in bilico tra le prese di posizione degli uffici scolastici, le risorse economiche delle Regioni, l’incertezza degli enti locali e le posizioni delle città metropolitane. E se di fatto resterà tutto invariato rispetto alla possibilità di ogni ente locale di continuare a erogate i servizi come ha sempre fatto, l’articolo 10 della legge n. 8 lascia un altissimo grado di libertà.

Una presa di coscienza sull’incapacità di organizzare servizi dal forte impatto sociale metterà a rischio il diritto allo studio in molte Regioni: gli alunni con disabilità non potranno frequentare come i compagni fin dall’inizio dell’anno e in taluni casi dovranno frequentare senza tali servizi o dovranno totalmente rinunciare alla frequenza.

Non mancano le prese di posizione di Confcooperative, presente alla riunione all’ARS, che ha depositato un documento che suggerisce l’impostazione del decreto attuativo che l’assessorato agli enti locali avrebbe dovuto già da tempo emanare, provvedendo a definire il significato di voucher come un pacchetto di servizi da conformare in base ai bisogni dell’assistito e da assegnare alla singola famiglia, senza che questa riceva alcuna somma in denaro. L’unico committente sarebbe la città metropolitana.

O della FISH che annuncia azioni legali contro le Regioni inadempienti. “Non esiteremo ad agire contro le Giunte e gli Assessori che non hanno provveduto ad attivare in tempi utili i servizi che garantiscono la frequenza. È potente la discriminazione ai danni degli alunni con disabilità: chiederemo, oltre che la nomina di commissari ad acta che provvedano nel più breve tempo possibile, anche il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali come previsto dalla legge 67/2006.” Ma FISH intende anchesporgere esposti-denuncia perché la Magistratura accerti se vi siano stati comportamenti omissivi che integrino il reato di interruzione di pubblici servizi. E non è esclusa l’eventualità che la FISH si rivolga al Governo affinché, essendo questi servizi dei livelli essenziali di prestazioni relativi a diritti sociali e civili ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, intervenga per sanare, con le facoltà che la Carta costituzionale gli riconosce, le inadempienze di talune Regioni.

Con un appello FISH si rivolge anche alle famiglie “Ci rivolgiamo anche alle famiglie, fateci pervenire, attraverso le associazioni del vostro territorio, le segnalazioni di eventuali inadempienze così da rafforzare le nostre azioni politiche e in giudizio”.