Palermo, le cooperative sociali protestano davanti al governo regionale Notizie

Palermo, le cooperative sociali protestano davanti al governo regionale

  • Scritto da Redazione
  • - 16/12/2015

Palermo, le cooperative sociali protestano davanti al governo regionale

Chiedono lo sblocco dei pagamenti per le assistenze ai disabili, minori e anziani. Peruca: (Legacoop sociali Sicilia): "Siamo in una situazione di completo abbandono". Una delegazione dei manifestanti ha chiesto un incontro urgente al presidente Crocetta

14 dicembre 2015 - 15:55

PALERMO - "Il terzo settore siciliano a servizio di disabili, minori e anziani sta soccombendo sotto una politica cieca e una macchina amministrativa regionale lenta e completamente negligente". A partire da questo forte monito questa mattina, si è svolta la manifestazione, promossa da Confcooperative Sicilia e Legacoop sociali. I rappresentanti delle cooperative sociali della Sicilia hanno protestato per l'assenza di risposte del governo regionale a tutte le loro principali richieste. Si tratta di servizi di notevole importanza come quello svolto nelle case famiglie che soltanto a Palermo rispondono già ai bisogni di 850 minori. Mentre soltanto nell'ambito della disabilità mentale, nell'Isola circa 15 mila sono complessivamente le persone interessate tra utenti, operatori delle strutture e famiglie. Una delegazione dei manifestanti aderenti alle diverse sigle ha chiesto un incontro urgente al presidente della regione Rosario Crocetta.

"Diciamo basta ad una politica cieca e disinteressata al benessere del proprio territorio e, soprattutto, delle persone più deboli e fragili che vivono nella nostra Isola - tuona Angela Maria Peruca, presidente Legacoop Sociali Sicilia -. A fine dicembre chiude la ragioneria generale ma ancora una volta i trasferimenti dalla regione ai comuni per pagare i servizi sociali non ci sono. Siamo in una situazione di completo abbandono. E' chiaro che i gestori per garantire servizi essenziali sono costretti ad anticipare le somme indebitandosi parecchio soprattutto con le banche. Questa è una situazione che ci portiamo dietro ormai, purtroppo da parecchi anni che adesso i servizi sociali non possono più reggere".

"Già il fatto stesso di scendere in piazza è sicuramente un fallimento che la società civile sta vivendo - afferma pure con amarezza Francesco Lirosi, presidente del Coresam (Coordinamento regionale salute mentale) -. I responsabili maggiori sono coloro che governano questa regione. Chiediamo che la regione risponda in maniera concreta, restituendo la giusta dignità ai cittadini più deboli. E' un problema non economico ma di cultura cioè della capacità reale di farsi carico dei cittadini". "Per quanto ci riguarda, l’approvazione della proposta riguardante la disciplina prevista dall’articolo 10 della legge regionale del 12 agosto 2014 (finanziaria ter), che definisce le modalità per l’accreditamento dei soggetti che erogano le prestazioni e determina l’assegnazione delle risorse per la quota sanitaria e per quella socio-assistenziale – continua Lirosi - questa è stata più volte bloccata dalle staffette assessoriali di questo Governo che, fino ad oggi, si è totalmente disinteressato della condizione di disagio che coinvolge tutto il comparto. Una paralisi che rischia di lasciare senza tetto una delle categorie sociali più fragili: quella dei disabili mentali".

"Siamo davanti all'incapacità più totale di governare, di programmare e di conseguenza di fare funzionare seriamente gli uffici. Il welfare in Sicilia è stato smantellato - incalza anche Francesco Passantino, presidente del Consorzio Sol.co -. Il cambio continuo di assessori di questo governo sta a dimostrare una cattiva programmazione delle spese e una mancanza di attenzione ai più deboli. Solo per fare alcuni esempi: la povertà in Sicilia aumenta senza che vengano prese le giuste misure, le comunità alloggio per i minori sono in grave difficoltà perché non ci sono trasferimenti economici ai comuni e questi ultimi ribaltano la palla alla regione. Ad oggi non c'è nessuna volontà di mettere nell'agenda politica di questo governo i servizi sociali. Il terzo settore è tutto allo sbando. Se domani, come terzo settore che fa da importante stampella alle istituzioni, decidessimo solo per un giorno di fermarci cosa succederebbe?".

"Chiediamo che responsabilmente la Regione chieda una proroga all’Unione Europea per lo slittamento del termine ultimo di rendicontazione - si legge in una nota congiunta -, consentendo di sopperire alle mancanze rappresentate e di mettere nelle condizioni i vari livelli imprenditoriali – che hanno avuto ed hanno rapporti con la pubblica amministrazione – di non perdere risorse economiche fondamentali e soprattutto posti di lavoro, in un momento storico in cui il dato occupazionale è sotto il livello di guardia. Chiediamo, altresì, che prima della chiusura delle casse regionali, vengano al più presto sbloccati i fondi per i pagamenti dei servizi di residenzialità a minori, anziani, disabili che vivono ritardi intollerabili, contrari alla legislazione vigente, di quasi 12 mesi. Chiediamo inoltre, che il governo regionale intervenga inderogabilmente per scongiurare l’attuale ricorso alla contrattazione delle rette per i servizi sociali, alla strumentalizzazione  del lavoro nero del volontariato per garantire servizi sociali assistenziali con continuità e professionalità, per rivedere i sistemi di affidamento dei servizi sociali". (Serena Termini)

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