Una fiaccolata per testimoniare i sentimenti e le opere dei comunicatori

  • Scritto da Redazione
  • - 01/04/2015

In occasione della manifestazione denominata “La Pasqua del cooperatore” che ha visto protagonisti circa 800 Cooperatori e comuni cittadini scesi in piazza a loro fianco, si è svolta una fiaccolata con l’intento di richiamare l’attenzione dei mass media, per mettere in evidenza “le storie” di quotidiana  umanità cui “le persone” che operano nel campo della prossimità vivono ogni giorno.

L’evento promosso dal Consorzio Sol.Calatino, da 12 anni impegnato nei diversi ambiti di interesse del terzo settore, si è svolto a Mineo, sede operativa dello stesso consorzio, a testimonianza che il cooperatore è autore di speranza e costruttore di futuro per la società, e che la cooperazione oggi più che mai svolge un ruolo importante per tutte quelle categorie considerate “deboli” e “vulnerabili” presenti all’interno del comprensorio.

<> sottolinea Paolo Ragusa, Presidente del Consorzio Sol.Calatino S.C.S..

Alla fiaccolata hanno partecipato gli operatori, i soci e gli amministratori delle cooperative che ogni giorno svolgono con serietà e impegno il loro lavoro di prossimità, con testimonianze attive quali quella di Eliana che entrata a far parte della cooperazione attraverso il servizio civile ha poi trovato lavoro, prima come apprendista e successivamente con un regolare contratto a tempo indeterminato, all’interno dello stesso consorzio Sol.Calatino; Rosaura Cuddè, operatrice dello SPRAR di Mineo che ogni giorno testimonia il suo impegno al servizio dei migranti che approdano nelle nostre coste per trovare una vita migliore rispetto a quella dei paesi da cui scappano per persecuzioni etniche, politiche e religiose; e ancora Giovanni Discolo, operatore che svolge il suo servizio al CARA di Mineo, occupandosi di mediazione culturale. Non sono mancate le testimonianze di chi viene accolto da questo sistema di cooperazione, a parlare è Seiku Marog, ospite del centro SPRAR di Grammichele che sottolinea <>

Proprio nei giorni di Quaresima si è voluto dare questo segno comunitario per difendere il lavoro svolto vicino agli “ultimi”, un impegno che perdura da anni e che tutti i cooperatori scesi in piazza dimostrano giornalmente dando speranza e dignità alla persona umana. Quella dei cooperatori è una storia al servizio del prossimo, un mestiere che diventa una missione al servizio del bene comune e che non può essere sotterrato dall’attacco incessante dei mass media. Di certo è un mestiere che comporta anche enormi sacrifici <> conclude Paolo Ragusa.