Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per mezzo pane che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome senza più forza di ricordare vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi alzandovi; ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi. (Primo Levi)
Se questo è un uomo…
Se questa è una donna….
Meditiamo oggi a ricordo di quello che è stato… parole scolpite nel cuore, parole che rabbrividiscono, parole che fanno ricordare….
È vero, questo è stato e non dovrà più accadere che la follia di uomini mortali possa demolire altri uomini…
Ma oggi qual è la condizione in cui l’uomo si ritrova?
A molti, individui o popoli, può accadere di vedere lo straniero come un “nemico”, e questo è un pensiero che porta con sé conseguenze a volte illogiche se non tragiche.
A molti, individui o popoli, può accadere di passare con estrema indifferenza accanto ad un povero che chiede carità e compassione.
A molti, individui o popoli, può accadere di mortificare e demistificare ciò che è “diverso”.
A molti, individui o popoli, può accadere di violare la libertà di altri con atti di violenza e soprusi ingiustificati.
A molti, individui o popoli, può accadere di usare il libero arbitrio per commettere reati e crimini.
A molti, individui o popoli, può accadere di colpire arbitrariamente il più debole, donne o bambini o uomini indifesi senza pietà.
A molti, individui o popoli, può accadere di abbandonare chi è solo.
A molti, individui o popoli, può accadere di dimenticarsi di Dio.
Le parole di Primo Levi non sono poi così lontane da noi, dal nostro oggi….comprendere appieno forse è impossibile, ma conoscere è obbligatorio e necessario.
Oggi, nel giorno della memoria, non dimentichiamoci di chi soffre, di chi non ha un tetto dove ripararsi, di chi non può lavarsi o di chi muore perché senza la possibilità di farsi un vaccino o perché non può acquistare un farmaco. Oggi, più che mai, sentirsi soli sta diventando quasi un “dogma”. Non dimentichiamoci che siamo tutti figli di Dio e che, anche se porgere l’altra guancia non sempre è la scelta più indicata, il cammino di ogni uomo può essere invaso dalla Luce.
Oggi, a distanza di 70 anni dai crimini nazisti, ricordiamo di essere uomini e donne di sempre, che i tempi cambiano ma le problematiche rimangono. Ricordiamo che essere uomini e donne vuol dire essere anche responsabili della vita del prossimo.
27 gennaio 1945 – 27 gennaio 2015 Giorno della memoria