In ricordo di quello che è stato e di quello che è

  • Scritto da Redazione
  • - 27/01/2015

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi. (Primo Levi)

 

Se questo è un uomo…

Se questa è una donna….

Meditiamo oggi a ricordo di quello che è stato… parole scolpite nel cuore, parole che rabbrividiscono, parole che fanno ricordare….

È vero, questo è stato e non dovrà più accadere che la follia di uomini mortali possa demolire altri uomini…

Ma oggi qual è la condizione in cui l’uomo si ritrova?

A molti, individui o popoli, può accadere di vedere  lo straniero come un “nemico”, e questo è un pensiero che porta con sé conseguenze a volte illogiche se non tragiche.

A molti, individui o popoli, può accadere di passare con estrema indifferenza accanto ad un povero che chiede carità e compassione.

A molti, individui o popoli, può accadere di mortificare e demistificare ciò che è “diverso”.

A molti, individui o popoli, può accadere di violare la libertà di altri con atti di violenza e soprusi ingiustificati.

A molti, individui o popoli, può accadere di usare il libero arbitrio per commettere reati e crimini.

A molti, individui o popoli, può accadere di colpire arbitrariamente il più debole, donne o bambini o uomini indifesi senza pietà.

A molti, individui o popoli, può accadere di abbandonare chi è solo.

A molti, individui o popoli, può accadere di dimenticarsi di Dio.

 

Le parole di Primo Levi non sono poi così lontane da noi, dal nostro oggi….comprendere appieno forse è impossibile, ma conoscere è obbligatorio e necessario.

Oggi, nel giorno della memoria, non dimentichiamoci di chi soffre, di chi non ha un tetto dove ripararsi, di chi non può lavarsi o di chi muore perché senza la possibilità di farsi un vaccino o perché non può acquistare un farmaco. Oggi, più che mai, sentirsi soli sta diventando quasi un “dogma”. Non dimentichiamoci che siamo tutti figli di Dio e che, anche se porgere l’altra guancia non sempre è la scelta più indicata, il cammino di ogni uomo può essere invaso dalla Luce.

Oggi, a distanza di 70 anni dai crimini nazisti, ricordiamo di essere uomini e donne di sempre, che i tempi cambiano ma le problematiche rimangono. Ricordiamo che essere uomini e donne vuol dire essere anche responsabili della vita del prossimo.

 

27 gennaio 1945 – 27 gennaio 2015 Giorno della memoria