L'impresa sociale in Italia. Rapporto Iris Network

  • Scritto da Redazione
  • - 23/01/2015

Il terzo settore, e con esso l’impresa sociale, è al centro del progetto di riforma strutturale del Paese, nella convinzione che senza l’apporto di questi soggetti sia molto difficile garantire continuità e qualità nella fornitura di beni e servizi di interesse collettivo. Il riconoscimento di questa posizione di centralità non è retorico e non è ricollegabile ad alcun disegno di “smantellamento del pubblico”. L’impresa sociale, infatti, rappresenta - soprattutto grazie alla cooperazione sociale - una risorsa affidabile in alcuni settori chiave del welfare; un interlocutore importante che nel corso degli anni ha contribuito ad arricchire le forme e i modelli attraverso cui si esercita una funzione pubblica incardinata non solo sulla Pubblica Amministrazione, ma anche su libere iniziative di cittadini che danno corpo alla sussidiarietà.

Si sta facendo strada una “via italiana” alla creazione di valore condiviso basata su filiere territoriali composte da piccole e medie imprese eccellenti, associazionismo nonprofit, istituzioni locali e imprenditoria sociale. Un sistema che evolve trasversalmente alle forme giuridiche e ai comparti, con l’obiettivo di incorporare nella produzione economica elementi di valore sociale e ambientale, non come semplici esternalità ma come veri e propri fattori di competitività.

In questo quadro l’impresa sociale è chiamata non a consolidare ma soprattutto a cambiare, inaugurando una nuova fase di resilienza che chiama in causa la propria organizzazione e i legami tra questa e i suoi stakeholder. La riforma normativa va proprio in questa direzione: rendere più attrattiva l’impresa sociale migliorando la sua capacità di combinare una molteplicità di risorse da investire per realizzare iniziative che producono un impatto positivo e misurabile.

Un’impresa sociale riformata secondo queste linee guida sarà in grado di sviluppare ulteriormente il suo già importante contributo di creazione di occupazione e, più in generale, di propensione all’imprenditorialità, in particolare tra le persone più giovani. Sono i soggetti più colpiti dalla crisi, ma al tempo stesso quelli in possesso di competenze e motivazioni di alto livello che non vanno sprecate, anche per contribuire a rinnovare un pezzo importante del nostro “made in Italy”.

Queste le parole di Paolo Venturi e Flaviano Zandonai sul rapporto sull’impresa sociale.

Per leggere il rapporto completo si rimanda al sito: http://www.irisnetwork.it/2014/12/rapporto-iris-network-terza-edizione/