C'è ancora una speranza per le 200 persone coinvolte nelle attività del progetto C'è di più - Centro Diurno Potenziato di Catania

  • Scritto da Redazione
  • - 12/02/2014

Il progetto C'è di Più - centro Diurno Potenziato - ospitato dal Dipartimento Salute mentale ASP 3 C.so ltalia 234 Catania, è stato finanziato con fondi a valere sull'avviso pubblico della Regione Siciliana n.2615 del 22/12/2011, per progetti finalizzati al miglioramento della qualità della vita dei soggetti con disabilità psichica e/o fisica e soggetti non autosufficienti, con particolare attenzione ai soggetti inseriti in servizi di accoglienza residenziale e/o semiresidenziale, a carattere socio-sanitario, per un periodo di 18 mesi a partire da Settembre 2012.

È stato promosso dalla Cooperativa TEAM - Ti Educa a Migliorare e dall'ASP di Catania, coinvolgendo il Consorzio Elios Etneo, lo CSAT. I Comuni del Distretto socio sanitario D. 16, il COF ed il CINAP dell'Università di Catania, il Cus Catania, il Consorzio ldea Agenzia per il Lavoro, I Consorzio Sol.Co. - Rete di imprese sociali siciliane, la Cooperativa sociale Mosaico e numerosi altri enti ed operatori.

Il Centro Diurno Potenziato ha rappresentato un salto di qualità enorme per  il miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità mentale, superando il concetto di attività di intrattenimento per intraprendere quello di percorso di riabilitazione psico-sociale.

Non vi e dubbio, inoltre, che per gli Enti preposti all'assistenza ed alla cura di queste persone, il Centro ha rappresentato un notevole contenimento di costi ed una certezza di attenzione alla persona. Ogni utente, in conformità con i piani di azione locale, è provvisto di un progetto riabilitativo individuale che viene monitorato periodicamente attraverso l'utilizzo di strumenti di misurazione internazionali, quali l'l.C.F.

Il termine del periodo di finanziamento regionale impone una riflessione ed un confronto fra gli Enti coinvolti affinché l'esperienza non si perda e possano rintracciarsi le risorse per proseguirla dopo il 28 febbraio 2014.

Già a novembre 2013 abbiamo lanciato l'allarme, ma il nostro appello sembra caduto nel vuoto, nonostante sia unanimemente riconosciuto il valore del Centro è l'eccellenza contenuta nel modello proposto (a tal proposito ci permettiamo di allegare una relazione tecnico- economica che, a nostro avviso, consente di apprezzare il rapporto costi-benefici tanto per le persone seguite dal Centro quanto per gli Enti che hanno la responsabilità della loro presa in carico).

Adesso ci troviamo - ad un mese dalla chiusura del Progetto - senza alcuna certezza e con un rimpallo di responsabilità sulle competenze che governano una realtà di questo tipo e sulla provenienza delle risorse che possano sostenerla.

Purtroppo siamo in una Regione veramente "specialÈ, perché ha fondato e fonda i percorsi riabilitativi sull'esclusione, sul ricovero dei pazienti in strutture residenziali ad alta o bassa intensità assistenziale, su prestazioni semi residenziali o ambulatoriali stereotipate ed antiquate.

ln questo quadro così desolante può trovare cittadinanza un'esperienza - sia pure eccellente - che punta tutto sull'inclusione attiva delle persone adulte con disabilità mentale? Può darsi spazio ad un'esperienza che ha puntato tutto sul lavoro di rete, sull'integrazione pubblico-privato, sul recupero da casa o dalla strada di persone disadattate e disgregate?

Che voce possono avere le famiglie del quasi 200 ragazzi che frequentano le attività del centro C'è di più e che hanno costruito l'Associazione “Famiglie per la vita”, per partecipare attivamente ai processi decisionali dento il Centro e per socializzare all'esterno questo nuovo modo di "dialogare" con la malattia mentale?

Capite bene che "ricacciare" nel limbo o nel baratro 200 ragazzi e 200 famiglie catanesi è una responsabilità troppo grande, che NOI vogliamo condividere con VOI e rispetto alla quale non VI lasceremo mai in pace.

Se questo ulteriore appello dovesse cadere nel vuoto, urleremo il nostro disagio e la disperazione dei ragazzi e delle famiglie, fino al 28 febbraio e poi dal 1 marzo e per sempre, perché tutta la nostra Comunità acquisisca coscienza e conoscenza dell'illusione cha ha dato e del danno che ha determinato.

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