La Chiesa siciliana al fianco dei lavoratori della formazione professionale

  • Scritto da Redazione
  • - 16/01/2014

Il settore della formazione professionale, tra i tentativi di riforma del governo regionale e le garanzie chieste dai lavoratori (alcuni dei quali in arretrato di vari stipendi), è in subbuglio. Due giorni fa la vertenza si è ulteriormente inasprita. La Cisl è arrivata allo scontro col governo regionale sul tema delle retribuzioni. Se da un lato Palazzo d'Orleans sostiene di aver erogato tutti i finanziamenti destinati all'offerta formativa, il sindacato rilancia la questione: «Abbiamo appreso con piacere dal presidente Crocetta - dice Giovanni Migliore, segretario regionale Cisl Scuola con delega alla Formazione - che la Regione ha pagato tutti gli enti. Purtroppo molti lavoratori lamentano di non avere ancora percepito gli stipendi. Chiediamo quindi al presidente di fornirci un elenco dettagliato degli enti pagati e delle relative somme erogate, al fine di verificare quali ancora non hanno pagato i lavoratori. Peraltro lo stesso presidente ha anche i poteri, laddove gli enti fossero inadempienti, di applicare le giuste sanzioni».

In questo botta e risposta, una voce aut! orevole - quella della Chiesa siciliana - sta tentando una med! iazione. Un compito non semplice. A lanciare un segnale di attenzione, ma anche a tracciare gli obiettivi di una vera riforma del settore, è stato ieri monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale. Pennisi, delegato per i temi dell'educazione, della scuola e dell'università della Conferenza episcopale siciliana, ha manifestato tutta la sua solidarietà ai 10mila operatori della formazione professionale in una lettera inviata alla Cisl. La Regione, scrive monsignor Pennisi, trovi «concrete soluzioni all'emergenza sociale». Nella missiva, il prelato afferma di farsi «interprete del disagio» di tanti lavoratori e delle loro famiglie. Pennisi ricorda anche il documento conclusivo della sessione primaverile della Cesi nel quale i vescovi di Sicilia «hanno espresso la loro preoccupazione per i ritardi nell'avviare i percorsi Oif (obbligo istruzione e formazione), servizio d'interesse pubblico che non può essere interrotto». Tra l'altro, ammonisce, che bisogna «evitare la dis! persione scolastica» e «impedire che i giovani diventino manovalanza di organizzazioni criminali di stampo mafioso». Per questo, sostiene Pennisi, «è fondamentale garantire l'attuazione del diritto-dovere all'istruzione». I vescovi, ripete, auspicano quindi «la definizione di una politica della formazione professionale che progetti una riforma a garanzia dei ragazzi, dei lavoratori, del bene comune e dello sviluppo economico-professionale della nostra Sicilia».

Parole che sottolineano l'importanza della formazione professionale come àncora di salvataggio per molti ragazzi, soprattutto quelli inseriti in contesti a rischio. E quindi che le istituzioni preposte, al pari della tutela dei posti di lavoro, mettano i giovani nelle condizioni di avere un'adeguata istruzione. Concetti ribaditi da suor Mariella Lo Turco, presidente regionale del Ciofs-Fp (ente di formazione d'ispirazione cattolica), che lancia un appello al governatore Crocetta e a tutti i deputati dell'Ars: «Abbiate a cuore gli ultimi e i poveri - scrive in una lettera - i giovani senza lavoro, padri e madri di famiglia licenziati, minori a cui è precluso il diritto alla formazione e all'istruzione alternativa alla scuola, giovani schiavi di prospettive ristrette, ragazzi abbandonati nelle periferie, imprese obbligate a chiudere per carenza di mercato e incremento di tasse». Per poi concludere: «La nostra terra ha bisogno di un governo umano e umanitario, di un governo della saggia e sana programmazione per la crescita e lo sviluppo reale della Sicilia. Puntate sui giovani, sulle loro risorse e intelligenze».

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