Formazione professionale

  • Scritto da Redazione
  • - 16/01/2014

Oggi riaprono le scuole, ma non per tutti. A Catania e in Sicilia ci sono migliaia di minori che evadono l'obbligo scolastico per colpa della Regione che non ha ancora avviato i corsi di formazione professionale cui si sono iscritti. La situazione non è nuova, ma col tempo si è incancrenita e adesso rischia di degenerare.

Le suore salesiane il 31 dicembre scorso hanno chiuso tutti i corsi di formazio! ne per adulti poiché la Regione non ha versato quanto deve al loro ente, il Ciofs, che pure ha continuato a lavorare nonostante i circa 200 operatori non ricevano lo stipendio da 10 mesi. E questo sebbene la Regione si sia premurata a nominare per decreto un funzionario con il compito di saldare i propri debiti al Cefop, un ente in condizione di irregolarità gestionale per non aver pagato i contributi ai lavoratori. Per non danneggiare i minori le salesiane hanno deciso di completare i corsi iniziati e di tirare fino a giugno.

Situazione drammatica anche per la formazione dei salesiani del Cnos. I ragazzi dei primi anni hanno cominciato i corsi solo a novembre e molti di coloro che si erano iscritti si sono persi per strada. I secondi anni non sono stati neppure autorizzati e oltre mille giovani - di cui circa 450 nella sola Catania - sono in dispersione scolastica per responsabilità della Regione. I terzi anni dell'anno scorso, avviati con enorme ritardo, non si sono a! ncora conclusi cosicché i nuovi terzi anni non possono cominci! are. Un disastro per i ragazzi che restano in strada. Un disastro cui si aggiunge la condizione di docenti ed operatori, circa 400, che, pur non avendo mai smesso di lavorare, non ricevono lo stipendio da ben 20 mesi. Una situazione unica in Italia. Centinaia di famiglie sul lastrico, costrette a chiedere aiuto a parenti e amici, a ricorrere agli usurai, e persino ad accettare il pacco alimentare. I salesiani, in credito di fondi dalla Regione dal 2007, sono costretti a vendere i propri immobili e, non potendo più anticipare le spese, a loro volta temono di dover chiudere i corsi. E tutto questo nell'assordante silenzio della deputazione regionale e nazionale. Tutti solidarizzano a parole, ma si limitano a questo.

Di qui l'ennesima denuncia dell'associazione «Città solidale». «La Regione disperde i minori della Formazione professionale in obbligo di istruzione, costringe alla chiusura degli enti di formazione professionale virtuosi e storici dei salesiani e delle salesi! ane di Sicilia, uccide la speranza di un futuro di lavoro qualificato in migliaia di minori in Sicilia». «Il disegno del Presidente e dell'assessore regionale alla Pubblica istruzione sembra essere evidente - sostiene il presidente Piero Quinci -. Non trovando motivi per chiudere questi enti di formazione professionale virtuosi, che hanno formato generazioni di giovani al lavoro in Sicilia, cosa fanno? Ritardano all'infinito i finanziamenti dovuti, diminuiscono senza criterio i parametri economici e... li costringono all'implosione! Pronti un minuto dopo a lavarsene le mani e a piangere sul delitto sociale appena commesso! ».

Al presidente Crocetta il prof. Quinci ricorda le parole del Vangelo con cui Gesù, con una parabola, mostra il proprio sdegno verso chi fa il forte con i deboli e il debole con i forti. Nel caso in questione assecondando gli enti che hanno hanno ramificazioni clientelari e penalizzando chi ha sempre lavorato per la collettività. Cita quel re che, d! i fronte alle lacrime di un suddito, gli rimette i debiti, ma poi torna! indietro dal proprio gesto di clemenza, e lo getta in prigione, quando scopre che, appena uscito dalla reggia, lo stesso uomo ha denunciato, e fatto arrestare, un povero servo che non poteva rendergli quanto gli doveva.

Pinella Leocata - La Sicilia