Un piano in 4 anni per sconfiggere la povertà

  • Scritto da Redazione
  • - 25/07/2013

La povertà può essere sconfitta: parola di Acli e Caritas, che questa mattina hanno presentato la loro proposta di riforma basata su un piano quadriennale. L’obiettivo è di promuovere “un salto di qualità” e segnare il passo rispetto alle politiche fin qui adottate, dimostratesi inefficaci. La proposta è redatta da un gruppo di docenti, esperti e ricercatori guidati da Cristiano Gori. 

La misura proposta è il reddito di inclusione sociale che, in quattro anni e con uno stanziamento di 6 miliardi di euro, sarebbe in grado di “estirpare il problema alla radice”, aiutando concretamente le famiglie che si trovano al di sotto della soglia di povertà assoluta (un milione 130 mila). La nuova misura prevede un trasferimento monetario per superare le difficoltà economiche, ma dedica particolare attenzione all’accesso ai servizi, in primis quelli per l’impiego, contro il disagio psicologico o sociale, per esigenze di cura. Andando oltre la logica assistenzialistica, prevede anche la partecipazione attiva dei beneficiari, soprattutto sul fronte della ricerca di un impiego.

Ma per raggiungere l’obiettivo i promotori chiedono l’aiuto di tutti e lanciano il loro “Patto aperto contro la povertà”, un appello a tutti i soggetti sociali interessati a unire le forze e rendere effettiva la riforma del welfare. “Stretto tra i ritardi figli delle mancate riforme del passato e la crescita di domande dovuta ai processi d’impoverimento in atto, il nostro welfare incontra crescenti difficoltà - sottolineano -. Solo unendo le forze e dando vita a un’azione corale si può coltivare la speranza di togliere all’Italia lo spiacevole primato di essere uno dei due Paesi dell’Europa a 15, insieme alla Grecia, privo di una misura nazionale contro la povertà assoluta”. L’appello è alle parti sociali ma soprattutto alla politica che, dimenticando appartenenze ed evitando strumentalizzazioni, deve farsi carico dell’introduzione di questa misura, per superare così un’anomalia tutta italiana.