Campagna di Obiezione di coscienza alle Spese Abortive

• Scritto da Redazione
• - 06/11/2012

Nella società del profitto l'aborto di fatto è considerato come un mezzo per "liberarsi di un peso", di qualcuno che viene sentito come un ostacolo da parte di chi lo porta in grembo o dalle persone vicine. è una guerra non dichiarata contro persone impossibilitate a difendersi, che provoca un numero di vittime impressionante. Le cifre ufficiali in merito sono allarmanti: in Italia 121.406 bambine e bambini non ancora nati uccisi nel solo 2008, oltre 5.000.000 abortiti dall'approvazione della legge 194/78. Nell'applicazione  di questa legge l'unica parte che è stata tenuta in considerazione in questi anni è stata quella di un presunto diritto all'aborto, mentre tutti gli articoli che prevedono attività di prevenzione sono stati ignorati, salvo qualche timida e sporadica iniziativa. Contemporaneamente non esistono oggi a livello nazionale delle forme di sostegno economico specifiche per le situazioni di maternità difficili.

Qui si inserisce la scelta dell'obiezione di coscienza alle spese abortive, che vuole contestare alla radice l'assurdità di finanziare l'uccisione della vita nascente. La Comunità Papa Giovanni XXIII, fin dal 1990, ha scelto di adottare questo strumento, fortemente voluto dal suo fondatore Don Oreste Benzi e porta avanti la campagna di obiezione di coscienza alle spese abortive chiedendo che cessi ogni forma di finanziamento pubblico legato alla soppressione della vita nascente, e che le istituzioni versino almeno la stessa cifra per garantire il diritto di ogni madre di poter accogliere in condizioni dignitose il figlio che già porta in grembo.

Si può aderire alla campagna:
- trattenendo una cifra dalle tasse dovute alla Regione e versandola a un'associazione pro-life
- versando un contributo per un'associazione pro-life e sottoscrivendo la dichiarazione di sostegno all'obiezione alle spese abortive.

In allegato i documenti informativi.