Servizio civile: tra diritti e sentenze

  • Scritto da Redazione
  • - 17/01/2012

Dopo la sentenza del Tribunale di Milano di qualche giorno fa che ha stabilito che anche agli immigrati con il permesso di soggiorno deve essere riconosciuto il diritto di svolgere il servizio civile, dando così anche loro la possibilità di svolgere un impegno di solidarietà politica, economica e sociale nei confronti della patria in cui vivono, si apprende la notizia non ancora ufficiale del blocco totale degli avvii dei ragazzi in servizio civile.

La decisione è stata presa dopo la sentenza del giudice del Tribunale del lavoro di Milano che aveva riordinato alla presidenza del Consiglio di riaprire il bando per il servizio civile per permettere la partecipazione anche degli stranieri regolari, accogliendo il ricorso di Syed, studente universitario pakistano, che aveva denunciato per discriminazione il Governo italiano perché nel bando del 20 settembre 2011 chiedeva come requisito quello della cittadinanza italiana.

A quanto si apprende da Vita.it l'Unsc starebbe predisponendo un ricorso d'urgenza, ma non sarebbe in grado di prevedere le tempistiche per lo sblocco della situazione. Per ora però il direttore vicario Paolo Molinari, contattato da Vita.it non conferma, né smentisce: «Ci stiamo lavorando, il blocco è un'ipotesi che stiamo verificando».
Nel frattempo la Cnesc, il più importante network degli enti nazionale, pur escludendo di affiancare l'ufficio nazionale nel ricorso si dice «molto preoccupata per le conseguenze che l'ordinanza del giudice milanese potrà avere sia sugli enti, sia sui volontari». «Pur condividendo il principio dell'allargamento agli stranieri del servizio civile», spiega il presidente Primo Di Blasio, «non crediamo che la via giudiziaria sia quella più opportuna». Non solo. «Ad oggi non abbiamo alcuna certezza sulla durata del blocco, anche se molti degli oltre 2mila ragazzi che sarebbero dovuti entrare in servizio a inizio febbraio hanno già acquistato i documenti di viaggio e gli enti stessi avevano ormai predisposto gli incontri formativi. E tutto questo naturalmente ha un costo». «A questo punto», conclude Di Blasio, «ci appelliamo al ministro Riccardi».

«La decisione del Tribunale di Milano impone la sospensione del bando solo al fine di consentire anche agli stranieri di presentare le domande» spiega al nostro portale l'avvocato Alberto Guariso, uno dei tre legali che ha predisposto il ricorso al tribunale meneghino, «domande che potrebbero essere rapidamente esaminate; nel giro di poco tempo l'ordinanza - che è immediatamente esecutiva - potrebbe quindi essere pienamente eseguita senza danneggiare i giovani già prossimi alla partenza». «Pretendere però», continua Guariso, «di applicare la sola sospensione senza fare null'altro sarebbe una inutile forzatura polemica». «Tra l'altro se il Governo fosse disponibile a trovare una via d'uscita definitiva senza prolungare il contenzioso», conclude l'avvocato «credo che tutte le associazioni interessate, comprese quelle che hanno presentato il ricorso, sarebbero ben liete di sedersi attorno a un tavolo: le cause sono necessarie per affermare i principi di uguaglianza e non discriminazione quando questi sono violati, ma poi spetta alla politica tradurre i principi in provvedimenti amministrativi coerenti ed efficaci».

Tratto da Vita.it del 17 gennaio 2012.