Diversamente abili: anche loro possono essere "abilissimi"

  • Scritto da Redazione
  • - 19/06/2009

Inchiesta del settimanale "Famiglia Cristiana": Disabili & Disoccupati. Le agenzie del Terzo settore selezionano con cura le persone "giuste". E seguono l'inserimento nel lavoro. L'attività del consorzio di cooperative sociali "Idea Lavoro".

Loro selezionano abilità.

Ma non è facile trovare, e prima ancora capire, quali siano le abilità dei disabili. Eppure lo fanno da anni e sono riusciti a scovare oltre mille posti di lavoro. C'è chi non vede ma ha un udito senza pari e miscela musica come nessuno. C'è chi soffre della sindrome di Apert, una malattia rara che sforma cranio, faccia e articolazioni, ma lascia la mente pronta per grandi intuizioni. C'è chi soffre di psicosi schizofrenica, ma mette su tappezzerie con maestria e precisione. C'è chi lotta con depressioni infinite e trova ragione di vita nella programmazione informatica, perché la concentrazione può anche combattere l'ansia.

Le storie dei disabili al lavoro smentiscono la privazione contenuta nella parola "dis-abili", come il film Si può fare di Giulio Manfredonia con Claudio Bisio, dove la cooperativa offre a un gruppo di disabili straordinarie opportunità di lavoro, ha raccontato in modo straordinario.

Spiega Massimo Novarino, funzionario del Forum del Terzo settore e presidente di "Idea lavoro", il maggiore consorzio italiano di cooperative sociali, che da anni fa incontrare domanda e offerta di lavoro nel settore dell'handicap: «Bisogna smetterla di partire dalla menomazione e capire quali sono le abilità di ciascuno».

Dieci sportelli in Italia.

Da quasi dieci anni il consorzio lotta con il pregiudizio che i disabili non sanno fare nulla, tracciando precisi profili professionali e offrendo alle aziende le persone giuste. Hanno aperto dieci sportelli in Italia, da Torino a Roma, da Milano a Bari, da Monza a Catania, a Napoli. A loro si sono rivolti grandi aziende come Vodafone e Costa Crociere, i supermercati Gs, Auchan e Carrefour e una miriade di piccole e medie aziende. Hanno trovato lavoro per ex tossicodipendenti ed ex carcerati e per tanti disabili, le cosiddette "fasce deboli". Rappresentano un aiuto per le aziende e per i lavoratori, senza sostituirsi agli uffici di collocamento. è una sfida che la cooperazione sociale ha maturato negli ultimi anni e ha permesso di inserire nel mondo del lavoro circa 25 mila persone, tra cui oltre mille disabili, offrendo consulenza alle aziende.

Un servizio di accompagnamento.

Spiega ancora Novarino: «Molte industrie hanno paura ad assumere disabili, perché non sanno come comportarsi. Noi invece offriamo un servizio di accompagnamento per il disabile in azienda nella prima fase dell'inserimento e corsi di formazione per chi in azienda si occupa di loro, anche per definire tutte le strategie di intervento nelle situazioni critiche che si possono presentare». La cooperazione sociale offre ciò che gli uffici di collocamento di solito non fanno, perché non basta una consulenza di carattere amministrativo per essere in regola con la legge del 1999.

Eppure in Italia esperienze come quella di "Idea lavoro" sono ancora poco diffuse: «La cooperazione invece può creare relazioni di fiducia tra aziende e lavoratori più svantaggiati», aggiunge Novarino, «spronando anche gli uffici di collocamento a maggiore collaborazione».

è questo uno degli impegni del Forum del Terzo settore, oltre 100 associazioni che, sulla base del principio costituzionale di sussidiarietà tra pubblico e privato, cercano di migliorare la qualità della vita soprattutto per i soggetti più deboli. Il portavoce del Forum è il presidente delle Acli Andrea Olivero.

Fuori dalle opportunità.

E quella di una più equa ripartizione delle opportunità di occupazione per tutti è una sfida che il Forum ha assunto da molto tempo in collaborazione con diverse istituzioni pubbliche locali. I disabili restano spesso fuori da queste opportunità, nonostante la legislazione molto avanzata. Dice Novarino: «Bisogna mettere la persona giusta al posto giusto, spiegare ai datori di lavoro che va concordato un vero e proprio progetto di assunzione e di accompagnamento. Invece spesso le aziende che decidono di assumere disabili guardano solo ai vantaggi fiscali. Le agenzie del Terzo settore offrono invece agli imprenditori e anche agli enti pubblici che assumono disabili un punto di riferimento». Nella capitale da una settimana le cooperative che si occupano di inserimento lavorativo di persone svantaggiate hanno ora una casa nella "Città dei mestieri". Si tratta di uno stabile sequestrato alla banda della Magliana e diventato sede italiana di un progetto nato in Francia oltre 20 anni fa.

Di Alberto Bobbio

Da "Famiglia Cristiana" N. 25_21 giugno 2009

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