Territori Accoglienti, 31 esperienze italiane a confronto Notizie

Territori Accoglienti, 31 esperienze italiane a confronto

  • Scritto da Redazione
  • - 27/11/2018

Dalla Sicilia al Trentino: 31 esperienze per raccontare la capacità di rispondere alla grande sfida migratoria e 6 sessioni in cui si declinano in modo originare le diverse pratiche di accoglienza diffuse in tutta Italia. Questo il  filo conduttore del workshop “Territori accoglienti. Terzo settore e enti locali: dalle pratiche alle sfide future”, organizzato da Euricse, che si è svolto sabato 24 novembre all’Università di Trento.

Anche il Consorzio Sol.Co., con Francesca Pruiti, operatrice di sviluppo area Sicilia Occidentale, ed esperta in tema di immigrazione, ha raccontato il modello “Accogliente”, una metodologia operativa con rilievo scientifico frutto dell’azione consortile grazie alla quale la Rete ha sostenuto negli anni l’integrazione degli stranieri nel territorio, fornendo loro la giusta accoglienza e un’adeguata assistenza, creando comunità intorno al fenomeno e trasformando così un “problema” in “risorsa” capace di favorire e incrementare lo sviluppo locale. Il cuore del modello è costruire per e con il migrante un percorso che lo porti alla piena autonomia e all’accesso a condizioni di vita ideali in pieno esercizio dei diritti.

Obiettivo del workshop è stato far emergere alcune pratiche di buona accoglienza sparse in tutto il territorio nazionale, ma spesso meno conosciute. Confronto, contaminazione, condivisione di idee e progetti sono stati gli ingredienti della giornata altamente formativa, dove in sei sessioni parallele hanno trovato spazio e voce cooperative, imprese sociali, Comuni, Regioni e consorzi che quotidianamente danno senso all’accoglienza. Il workshop ha dato vita a un vero e proprio forum di discussione in piccoli gruppi e articolato in 6 temi:

Strategie per favorire l’inserimento lavorativo
Forme dell’abitare innovative
Aree rurali e montane: quando l’accoglienza genera sviluppo
Pubblica amministrazione e terzo settore: quali relazioni?
Accoglienza e gestione dei conflitti
Salute e accesso alle cure, per un diritto universale

Tra gli ospiti Daniela Di Capua, direttrice del servizio centrale SPRAR, che dà una visione anche tecnica su ciò che sta succedendo dopo l’approvazione del Decreto Salvini su sicurezza e immigrazione: “Il sistema Sprar coinvolge 1.825 Comuni per 877 progetti – dichiara -. Un’evoluzione forte che è stata censita negli ultimi anni. In pochi mesi tutto è stato stravolto. Il tema non è e non dev’essere la solidarietà, che attiene perlopiù alle coscienze individuali, qui si parla di diritti. Adesso la speranza è che neiregolamenti attuativi si chiariscano alcune posizioni che ancora non sono molto delineate restrittive nel Decreto”.

Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato ANCI per le politiche migratorie, afferma: “Il Decreto delinea in maniera netta la chiusura degli SPRAR, i territori sono in subbuglio. Parliamo di una metodologia che si è consolidata nel tempo e che ha dimostrato di funzionare. Cosa succederà adesso? Difficile da dire, ma i comuni sono solidali nel dire che creare grandi centri non servirà a fare accettare alle città e cittadini la presenza dei migranti”.

“La cooperazione sociale in questo momento è messa all’angolo – ha aggiunto Stefano Granata, presidente di Federsolidarietà - Dobbiamo tornare all’istanza iniziale, ovvero alla costruzione di consenso sociale che oggi abbiamo perso”.

Alla tavola ritonda anche Cosimo Palazzo, direttore area emergenze sociali (Comune di Milano), Anna Fasano, vicepresidente di Banca Etica, Gianfranco Schiavone, Presidente Consorzio Italiano di Solidarietà e vicepresidente ASGI e Don Giusto Della Valle, della parrocchia di Rebbio (Como).